per me significato, è dare a qualcosa di esistente delle parole, delle immagini o altro.
è prendere qualcosa che già esiste, e attribuirgli certe cose.
che non è esattamente fare di qualcosa segno di qualcos'altro, o forse si ma c'è da chiarire il soggetto: cos'è che ha significato, la parola, o ciò che la parola descrive?
se vedo una sedia e penso "sedia", quel che sto facendo, per come intendo io "significato", è dare a ciò che vedo un commento, dare a ciò che vedo la parola "sedia".
se sentendo la parola "sedia" penso all'immagine di una sedia, sto attribuendo alla parola "sedia" l'immagine della sedia.
quindi si, alla fin fine è fare di qualcosa segno di qualcos'altro, ma non dimentichiamoci che questo segno è temporaneo e contestuale, e che prima del collegamento, "sedia" e "immagine della sedia" esistono entrambe, per quanto solo a livello di percezione (suono, o scritta, e immagine)
percui, perchè a una parola dò un significato o a un'immagine dò una parola? perchè faccio il collegamento?
mi sembra evidente che non può esserci un motivo e basta! magari sto facendo il collegamento perchè sto imparando a parlare, o magari sto facendo il collegamento perchè parlo inglese e sto imparando l'italiano, e magari il collegamento che faccio è tra "chair" e "sedia" e l'immagine c'entra un po' meno nel collegare i linguaggi, ma c'entra comunque per transitività,
o magari sto inventando un nome per la cosa che ho appena inventato, o magari chissà cosa!
da cosa dipende il motivo per cui faccio il collegamento?
la mia risposta è, dipende dal contesto. se faccio il collegamento c'è un motivo ed è contestuale, definito solo dal momento in cui si fa il collegamento.
se poi voglio dare un nome al contesto, a me viene comodo chiamarlo caso, dato che non posso scegliere il mio contesto, e quindi è una variabile non correlata alla mia volontà, e quindi posso chiamarlo caso,
ma nulla mi impedisce di indagare il contesto, e di chiamarlo "fisica", o di personificare il contesto, e chiamarlo "dio",
quindi dipende solo da cosa si vuole fare, e a questo punto possiamo anche estrapolare la volontà e definirla responsabile di tutto,
ma se a ciò che c'è togliamo ogni significato, qualcosa rimane, l'importante è questo.
i significati sono descrittori di ciò che c'è dietro: non si tratta di un referenzialismo infinito, si tratta di aggettivi applicati a cose già esistenti,
ma mi rendo conto che si può vedere in più modi e che il discorso può rivelarsi infinito.
ma il senso è un po' questo.
saluti!
@Mid Night - mi viene da dire che si, il contesto è sempre quello a prescindere dalla valenza che gli si dà (non credo il contesto in sè abbia una valenza: la stessa cosa si può descrivere in più modi, le si può dare più significati, e questo vale anche per il contesto),
ma c'è anche da stabilire cosa è "un" contesto, dato che se parliamo di contesto, parliamo di qualcosa immerso in un contesto, e già dividere il qualcosa dal suo contesto, è fare qualcosa di soggettivo: cosa c'è di più soggettivo che dividere lo spazio in due parti?
quindi il contesto è solo uno, solo se ignoriamo la divisione tra l'oggetto e il suo contesto, se lo consideriamo un tutt'uno che prescinde da qualsiasi divisione soggettiva.
è anche vero però che se due persone si mettono d'accordo, possono operare divisioni sufficientemente simili per poter descrivere la stessa cosa da due punti di vista diversi (che sono a loro volta dei contesti, stavolta per forza di cose (e per fortuna) diversi...)
mi sto perdendo saluti!