Domanda:
A che serve il pareggio in bilancio se poi la gente muore di fame?
etcetera
2012-05-16 12:43:17 UTC
Il pareggio in bilancio dovrebbe essere secondo alcuni (ma secondo altri no) il mezzo per evitare che la gente muoia di fame. Ma se quegli stessi alcuni riescono a convincere che non c' è altro mezzo del pareggio in bilancio per non morir di fame, allora quel mezzo diventerà il fine indispensabile da conseguire anche a costo di far morir di fame e chi sa gestire il bilancio diventa il salvatore. Così il morire di fame diventa mezzo per pareggiare il bilancio per non morire di fame e noi che non ci accorgiamo della contraddizione e consideriamo la filosofia una inutile astruseria glorifichiamo i pretesi salvatori che padroneggiano l' indispensabile tecnica di pareggiare i bilanci che, proprio grazie al farci morir di fame, ci salva dal morir di fame.
Dodici risposte:
Panter [I am the original]
2012-05-17 12:59:06 UTC
" il morire di fame diventa mezzo per pareggiare il bilancio per non morire di fame"

Devo convenire che pur essendo un'affermazione assurda è incredibilmente vera, ma.. d'altra parte se la fame esiste allora occorre fare in maniera che essa sopravviva traendo da essa profitto.

Lo Stato è comunque necessario che funzioni dato che può funzionare, basta cambiare gli amministratori e i metodi usati.
Zaphod Beeblebrox
2012-05-16 13:55:31 UTC
La maggior parte della gente qui da noi non muore ancora di fame, almeno nel senso letterale del termine, però vive in uno stato di continua apprensione per la paura che questo sia possibile nel futuro più o meno immediato.

Per evitarlo, dà credito a quello che gli viene detto e che viene fatto dagli "esperti", così come un malato si affida al suo medico. Non ha scelta perché ha paura. Non ha scelta perché gli viene spiegato che non ha tempo.



Quella che fai è una riflessione giusta ma che potrebbe essere pericolosa, potrebbe portare ad una "deriva" "antipolitica" o anche "anarchico-insurrezionalista". E' proprio per non rendere troppo pericolose queste riflessioni che il tutto viene fatto sotto la spinta dell'emergenza, si corre con i cavalieri dell'apocalisse alle calcagna: la crisi della Grecia, la caduta dell'Euro, il Default!



Non capisco di economia ma ho qualche hanno di esperienza e mi sembra di riconoscere nel coro greco dei media i segni di una propaganda mirata a creare un clima di accettazione per misure impopolari che non a caso vengono attuate da un governo di droidi, dato che nessun partito si è voluto sporcare le mani.



A chi saranno servite queste misure impopolari lo capiremo quando ormai i giochi saranno conclusi. Probabilmente, come sempre succede, i posteri si chiederanno "ma come hanno potuto farsi fregare così, senza reagire?".



@bob g

Tu dici più volte nella tua risposta che "è giusto che sia così" ma la giustizia è un'altra cosa. Le gazzelle non c'entrano, nel senso che l'equilibrio naturale è una cosa (né giusta né sbagliata, magari efficiente) e la società umana un altra, così come l'uomo è diverso da i suoi cugini del mondo animale.

E' vero, l'Occidente sfrutta il resto del mondo, le cose vanno così da molto tempo ma affermare che sia giusto questo veramente non lo posso accettare.
farenheit 451
2012-05-16 15:17:27 UTC
Mors tua vita mea Maral.



Questo, infine, e' il succo, il decantato, il deposito secco di milioni di distinguo.



Ed e'inutile girarci intorno o far discorsi forbiti: alla fine e' così, e così e' sempre stato, dall'alba dei tempi.



Per ognuno che muore di fame, morte retorica immagino visto che nessuno, e per fortuna, di fame davvero puo' morire in questo paese, almeno fin'ora e non volontariamente, per ognuno che muore di fame, dicevo, ci sono altri che si dividono la sua parte, allontanandosi almeno per un po' dalla stessa morte.



Cosi' e', e cosi' e' sempre stato.

Perche'ancora, nonostante millenni di evoluzione del pensiero, e di una sua stentata quanto ostacolata acquisizione, a dire il vero, ancora la nostra specie non si e' affrancata da quella legge primaria di natura che fa della sopravvivenza propria la tomba di ogni scrupolo.



E proprio in base a questa legge primaria di natura, che predilige la specie rispetto all'individuo, ragionando la natura per specie e non certo per individui, il morir di fame di molti puo' salvare alcuni dal morirne.



Ora, e' ovvio che, parlando di uomini e non di animali, le leggi a cui far rifarsi ci appaiano necessariamente diverse, e questa sorta di darwinismo sociale senz'anima ci appaia non solo ingiusto, e osceno, ma decisamente inaccettabile, ma a me e a te, Maral, e a chissa' quanti altri, ma non basta.



Noi non siamo la maggioranza, il nostro sentire non e' il sentire prevalente; di sicuro non il predominante, altrimenti il mondo avrebbe preso un'altra piega da secoli.



Noi non ci svegliamo la mattina con il bisogno imperativo di accumulare ricchezze che in tutta la nostra più ottimistica speranza di vita non riusciremo neanche ad intaccare.

Ma molti si'.

Di sicuro quelli che hanno il potere di decidere le sorti di milioni di loro simili.

Che per loro, con ogni evidenza, simili non sono.



Il mondo e' in mano a bestie Maral.

Bestie assetate di denaro, e mai sazie, mai.

Bestie che di umano hanno giusto l'aspetto.



Un aspetto che inganna facilmente.

Perché la stessa bestia la trovi ogni momento in molti tuoi simili ogni giorno.

Nel postino che butta la posta per averne meno da consegnare e nell'impiegato statale che va a farsi la spesa in orario di lavoro, nell'evasore milionario che fa richiesta del sussidio rubandolo a chi ne ha davvero bisogno e nel tecnocrate che tassa il tassabile e anche di più, e che nel farlo pero' ha anche la scusa del ben comune.



E col bene comune si torna da capo, al morir di fame di uno affinché altri non ne muoiano.

Finche' non ci si affrancherà da quest'ottica bestiale non ci saranno mai vere alternative in tempi di vacche magre che non quella del lasciare intonso il grasso di alcuni a costo di far morir moltitudini d'altri...



Una cosa soltanto, in questo pessimismo cosmico che trasuda da questa risposta mi sento di aggiungere: dovesse toccare a me morire di fame ti assicuro che, fosse anche solo con le ultime forze rimaste, qualcuno di quegli uomini-bestia me lo porterei nella tomba...
GIUSEPPE
2012-05-17 04:34:21 UTC
Il pareggio di bilancio, il PIL e così via, sono dei concetti ormai obsoleti, che potevano anche andare bene fino a 20 anni fa, ma non in un’economia globalizzata.

Il pareggio di bilancio alla fine non è che un semplice saldo, che non fa alcuna distinzione tra le entrate e le uscite, ciò alla lunga comporta un disfacimento di ogni servizio sociale (i tagli devono essere effettuati necessariamente da fonti sicure), mentre le uscite, gestite in malo modo, non riescono né a dare lavoro, né a dare competitività.

Il concetto di competitività di 20 anni fa ha subito una metamorfosi, oggi è competitivo un paese che ha le multinazionali, chi non le ha, è destinato a soccombere.

Ritornando al quesito, se una Nazione ha un debito pubblico, cercare di ottenere un pareggio in bilancio, ha sempre delle conseguenze negative sia sull’economia che sullo stato sociale.

Non riuscirò mai a capire, perché non viene adottato il modello giapponese, che a fronte di un debito pubblico più del doppio di quello italiano, ha un tasso di disoccupazione bassissimo e un sistema sociale, di altissima qualità.
bob g
2012-05-17 00:44:48 UTC
Se si ragiona in termini ontici la tua riflessione potrebbe avere un senso e il mondo da questa prospettiva potrebbe sembrare ingiusto,ma se invece lasciamo perdere le ristrettezze limitate di un personale punto di vista e ragioniamo in termini ontologici,il mondo è perfetto e giusto,...d' altra parte la verità di quello che dico è quella che viene manifestata da sempre nel mondo,infatti dall' alba dei tempi fino ad oggi e per sempre il mondo appare ingiusto ai singoli enti,ma nonostante tutto è così.Il fatto è che l' uomo vuole stare bene e per stare bene deve imporsi sull' altro,il benessere dell' occidente per esempio si regge sulla povertà dei tre quarti di mondo povero,tu hai la possibilità di scrivere quì su internet,o di andare a fare la spesa nel supermecato,o di aprire il frigo e trovare le cose già date,solo perchè la maggior parte dell' umanità è povera,siamo i fortunati del mondo,ma sta cambiando,il nostro posto verrà in futuro preso dalla Cina e noi saremmo nella povertà ed è giusto così,questa è la legger del mondo,il motore propulsivo del divenire.Certo dal punto della gazella non è giusto che il mondo la mangi,ma da un punto di vista più largo invece sì,...si è sempre parlato e sempre si parlerà di ingiustizia e cose del genere,per poi vedere che il mondo prosegue sempre allo stesso modo e se prosegue sempre allo stesso modo ci sarà un motivo e questo motivo è che è giusto che vada così,...se tra 50 anni saremo ancora quì,vedrai che le cose sono sempre uguali,....per uno che sta bene 10 devono stare male,non è possibilie stare tutti bene,le risorse del mondo e la volontà di potenza che ci abita non ce lo consente e a me sembra che i politici e i potenti del mondo questo lo sappiano molto bene agendo di conseguenza.
DrEvol
2012-05-16 14:26:38 UTC
Per tutti, individui, banche, imprenditori, famiglie, aziende, società e governi, gestire BENE un bilancio finanziario significa avere sempre più entrate che uscite. Le aziende a profitto, i singoli impiegati, le famiglie, i commercianti sono coscienti di questo fatto della realtà. Se si sbilanciano, se spendono più di quello che producono o guadagnano, falliscono. Le aziende non-profit non producono niente. Sono istituzioni che spendono tutto quello che incassano. Si affidano per lo più alle donazioni di chi produce e spendono solo quello che le donazioni gli permettono di spendere.



Soltanto il governo di uno Stato è un'istituzione che, dandogli il potere di amministrare l'economia, abusa il suo potere sotto pressioni politiche dei cittaddini. Soltanto lo Stato può fare debiti e non pagarli; può fare promesse e non mantenerle; può spendere senza produrre niente. Lo Stato ha il potere di ottenere i soldi con la forza della legge, non con l'abilità economica e produttiva. I cittadini che credono nello Stato, i cittadini che credono che lo Stato sia un'istituzione per l'equa distribuzione della ricchezza sono quelli che danno allo Stato il potere di abusare dei loro soldi. Lo Stato dirà che, per fare la distribuzione della ricchezza di un Paese veramente equa i soldi che riceve non sono sufficienti. Ne ha bisogno di molti, molti di più! I cittadini creduloni credono a questa favola e continuano a sostenere il potere dei partiti nella loro capacità di distributori equi dei loro soldi. I partiti vincenti sono quelli che hanno fatto le promesse più assurde. Promesse che rasentano il misticismo dei miracoli. Per questo motivo, c'è gente che finisce con dipendere per la sua stessa esistenza dalle briciole che rimangono allo Stato per fingere di essere capace di fare da "mamma" a tutti. Per questo motivo c'è chi si arricchisce senza produrre un fico secco e chi lavora come un pazzo per pochi soldi. Lo Stato non è un buon amministratore del bilancio perché lo Stato non è un'azienda produttiva che crea profitto. E' un'azienda che spende i soldi degli altri e li spende male, senza farli fruttare niente! In una Costituzione etica e razionale bisognerebbe scrivere quali sono i limiti di spesa che uno Stato ha rispetto ai servizi che offre ai cittadini. Bisogna fare il confronto tra costo e qualità dei servizi offerti dai privati sul libero mercato e costo e qualità degli stessi servizi offerti dallo Stato. Solo i costi burocratici statali degradano la qualità ed aumentano i costi, oltre ad essere non competitivi, quindi non efficienti, pieni di sprechi. Ma la maggioranza dei cittadini preferisce credere che le cose “gratuite” che lo Stato ci dà sono veramente gratuite e che l’economia generale di un Paese non ne risente assolutamente niente degli sprechi e dei debiti, finché lo Stato arriva al punto insostenibile dove anche a chiedere più tasse non ci sono abbastanza ditte e lavoratori per produrle! Come un parassita, la tassazione funziona soltanto se c’è chi produce con profitto. Quando non c’è più nessuno che ha interesse a produrre più niente, i nodi dell’amministrazione pubblica vengono al pettine e le leggi matematiche della realtà si fanno sentire in tutta la loro tragica forza contro coloro che le hanno volute ignorare.



Lezione da imparare: esigiamo una nuova Costituzione dove togliamo al governo il potere di amministrare i nostri soldi. Diamo al governo l’obbligo di proteggere i nostri diritti naturali, ma di non renderci dipendenti economicamente dal governo. Sappiamo amministrare noi le nostre entrate e le nostre spese. Non abbiamo bisogno di amministratori dei nostri soldi.



=============Salve, Maral. Cosa intendi per “lo Stato dove funziona?” Cosa intendi proprio per legittima funzione dello Stato? Lo Stato è un ente delegato. Lo creiamo, lo vogliamo, ne abbiamo bisogno noi cittadini. Ma per quale bisogno? Qual è la funzione morale dello Stato? Pensi che sia morale togliere a uno contro la sua volontà per dare ad un altro? Pensi che il bisogno di uno giustifichi la forza fisica contro la volontà di qualcun altro? E’ questo quello che intendi per funzionalità distributiva dello Stato? Fondamentalmente non esiste differenza tra furto per bisogno del cittadino privato e furto per bisogno da parte dello Stato. Esiste un’alternativa morale per la funzione dello Stato. Purtroppo non esiste la consapevolezza morale nei cittadini ed essi non possono dare allo Stato l’etica che loro stessi non hanno sviluppato nella loro coscienza. Così lo Stato riflette esattamente la moralità che i cittadini stessi non hanno saputo concepire, praticare ed esigere.
2012-05-16 13:23:59 UTC
Ciao Maral l' ingenuo,

il pareggio in bilancio è vero, dovrebbe salvare l' Italia dalla bancarotta, ma purtroppo, avendo un così ampio debito pubblico, il governo è costretto a tagliare dappertutto. Anche sulla scuola, sugli ospedali, insomma sui servizi primari che dovrebbero essere gratuiti e ben funzionanti.

Così, mentre i politici sono a casa al calduccio a mangiare tartufo e caviale pagati con i nostri soldi, noi abbiamo a malapena i soldi per arrivare a fine mese e rinunciamo a moltissime cose per pagare le tasse.

Un pareggio di bilancio non dovrebbe essere a discapito del popolo in maniera così oppressiva, il problema è che da troppo tempo l' Italia ha politici che mangiano un sacco di soldi e, quando si arriva agli sgoccioli, al posto di tagliare i loro stipendi tagliano i nostri. Aumentano le tasse, il costo dei gelati, l' iva, il prezzo del mutuo e gli interessi sul conto in banca.

E' pazzesco, è ingiusto, non bisogna accettarlo. Scendiamo in piazza, facciamo protesta, cambiamo qualcosa. Urge una soluzione.

Ho paura ogni volta di guardare il telegiornale, credo che se l' Italia è arrivata al punto di far suicidare il proprio popolo per tirare una boccata d'aria siamo alla frutta, questo è un prezzo troppo alto da pagare. Non ne vale assolutamente la pena.

Spero che questa crisi finisca presto e che tranquillamente la sera possa accendere il telegiornale e non dovermi tappare le orecchie...
Doktor     Faustus      -
2012-05-19 09:51:28 UTC
—— Poiche' la domanda e' posta nella sez.   Filosofia e sbirciando ho avuto conferma che vi si fa anche squisita questione di ontologia, mi limito a prendere ogni possibile distanza dall'opinione , che considero dotata di fallacia, che risponda a un'esigenza ONTO–logica che il mondo — bello o brutto che sia — "sia giustamente così". Tra parentesi, poiche' la nota distinzione ontico—ontologico rinvia automaticamente all'ancor più noto filosofo Martin Heidegger, già adeguatamente compromesso dal rettorato degli anni 1933-34, esprimo altres' ogni lontananza dall'eventuale "interpretazione" del pensiero heideggeriano come organicamente funzionale — e quindi colluso "di suo" — col regime nascente nella Germania di quell'epoca. Anche quest'interpretazione e' stato tentato effettivamente di darne, con poco frutto, e comunque da parte mia facendo notare agli studiosi eventualmente simpatizzanti del maître à penser della Foresta Nera che sarebbe ben peggiore, grave e irreversibilmente infamante l'accusa quando fosse fondatamente diretta al pensiero piuttosto che all'essere umano che l'ha partorito.

Prendendo in ogni caso e COMUNQUE ogni personale possibile distanza dalla logica del "così è giusto perche', piaccia o non piaccia, così è" — ontico e ontologico ivi compresi — mi riservo di eventualmente ritornare sulle implicazioni filosofiche della domanda lasciando da parte il precitato autore di Essere e tempo.

(Tirar fuori l'ontico—ontologico, cose da p@zzi!

_____________________________________

Giusto per completare sulle " implicazioni filosofiche", e' presto detto.

C'e' solo da scegliere tra due possibilita', e relative "rappresentazioni del mondo":

1a, rendersi conto, o meglio postulare , che su questo pianetino quella specie di fantasmi che sembrano "gli altri" siano l'altra faccia, UN'altra faccia — anche brutta, bruttissima faccia — di noi stessi ;   e quindi rassegnarsi alla conseguenziale necessità di darci almeno un regolamento condominiale; e quand'anche a costo di farne, di questa sorpassata e superidealistica rappresentazione del mondo, un feticcio; (Un'operazione degna questa di un SuperOltreUomo Oltre–nietzschiano, si rischia, e non e' un'esagerazione, di finire in manicomio........

2a, partire dall'altrettanto superidealistico presupposto e postulazione

— e quand'anche arbitraria ma non ce ne frega nulla — , che il nostro personale " io empirico" sia il centro del mondo e dell'universo e che, ove esistesse un divino creatore, abbia avuto il buon gusto di eleggere proprio quel nostro "io empirico" a gran signore della terra. Col rischio pero' di fare questa volta — e di noi stessi — un altro feticcio. Un'altra "rappresentazione del mondo" pure questa molto più spicciativa e alla buona puo' darsi, dal punto di vista filosofico; ma pur sempre una "rappresentazione" del mondo;

dopotutto si può sempre mettere da parte la filosofia, quest'inutile fardello; e forse effettivamente un altro feticcio pure quello.
2012-05-18 02:25:47 UTC
È molto semplice:

Non è vero che si fa morire tutti di fame. Si decide, in una condizione di elevata scarsità, che è meglio far morire di fame i più deboli per garantire la sopravvivenza dei più forti.

In un contesto selvaggio significherebbe la sopravvivenza dei più sani e muscolosi, in un contesto sociale umano significa la sopravvivenza dei più ricchi e potenti ma anche di quelli che tutto sommato si trovano in una condizione economica sobriamente stabile.

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Diritto e dovere naturale, certo! Se ne sono capaci... la verità è che l'unica speranza per le deboli (e ignoranti) masse è trovare un leader in grado di guidarli. Ciò non farebbe altro che distruggere l'attuale sistema per approdare ad uno nuovo che degenererà (io direi semplicemente "evolverà" ma cerco di vederla dal tuo punto di vista) esattamente come il precedente.

Comunque non c'è, al momento, quella miseria dilagante che possa spingere grossi numeri alla ribellione.
2012-05-16 16:30:45 UTC
Nn credo k tu abbia mai visto qlc1 k sta morendo di fame...altrimenti nn ti lamenteresti piu di nulla

Fatti 1giro a calcutta o in kenia, poi mi dici chi ha i veri problemi e chi frigna xke gli tolgono gli avanzi...
?
2017-02-21 05:01:50 UTC
Penso che quando c'era Prodi la crisi era enorme, le famiglie piangevano e su TG4 si prevedevano funesti presagi I dati oggi parlano di incremento della crisi ma lo stesso TG4 parla di ristoranti pieni, procuring e spese incrementate Mi domando se avrebbe detto lo stesso 4 anni fa Davvero mi auguro che Tremonti riesca. Me lo auguro con tutto il cuore, anche se nn vedo troppo possibile la cosa. Cmq non sono uno di quegli idioti che in keeping with difendere le mie idee politiche mette in secondo piano gli interessi della nazione.
?
2012-05-16 15:04:55 UTC
Lo fanno per facce sta zitti e "accontentarci" così potranno dire di aver svolto il loro "lavoro", pensando ke noi siamo così ingenui da nn accorgerci di nnt!


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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