Domanda:
Perchè religione e scienza litigano sempre ?
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2009-05-15 07:58:02 UTC
... eppure la maggior parte degli scienziati più importanti non era atea, ma credente...Einstein, Godel, Newton sono solo alcuni nomi.
Forse la scienza non puo spiegare tutto ? Forse la religione è una favola? Forse il conflitto sarebbe evitbile?
Voi da che parte state ?
Otto risposte:
etcetera
2009-05-16 13:20:45 UTC
Religione e scienza sono due modi per tessere il discorso umano sul mondo e sono due modi complementari e tra loro incommensurabili di dar ragione del nostro esistere nel mondo, entrambi leciti ed entrambi con il loro valore e limite. Il conflitto nasce quando la religione pretende di farsi scienza e la scienza religione e l'una vuole dare giudizi di non valore sull' altra. Il conflitto sorge quando la mente è troppo piccola perché in essa possano coesistere 2 modi di conoscenza tra loro irriducibili, ma profondamente complementari (tra l'altro il pensiero scientifico è indubbiamente generato dal pensiero cristiano che raccoglie la prospettiva escatologica biblica e la concezione idealistica del divenire della filosofia greca)

Gli scienziati che hai citato, pur nell' estrema diversità del loro approccio, evidentemente avevano una mente sufficientemente grande per riconosscere che un solo discorso è sempre insufficiente e quando si pretende che sia sufficiente diventa anche estremamente pericoloso, sia che si tratti del discorso religioso che di quello scientifico.
fuoooooooootte
2009-05-15 14:21:56 UTC
Attento. La parola credente è fuorviante. Infatti se con credente intendi credente in un Dio personale, allora:

1)Einstein non credeva in un Dio personale, anzi considerava il fatto di avere un Dio personale qualcosa per persone deboli.

2)Gödel non ha mai affermato di credere in un Dio personale.

3)Per quel che riguarda Newton, al suo tempo il fatto di non credere in Dio comportava enormi problemi. Quindi non si può sapere se si diceva credente per coprire le apparenze o no.
anonymous
2009-05-15 11:19:29 UTC
Secondo me non è vero che litigano sempre.

Al massimo qualche volta c'è dell'incomprensione, ma una volta stabiliti i limiti dell'una, e i limiti dell'altra, tutto si risolve sempre.



Aggiunta.

Non "quale delle due oltrepassa i suoi limiti", entrambe oltrepassano i loro limiti. Riguardo alle cellule staminali, è palese che nessuna delle sue possa decider nulla in merito. Ci si accanisce sulla definizione della vita, e l'una, la religione, pensa che la definizione "vita" sia sufficiente per impedire gli esperimenti sulle cellule staminali - laddove vita vuol solo dire ente organico - mentre il problema evidentemente non è la vita (anche un bonsai è vita) ma la definizione di "persona" - dove finisce un agglomerato di cellule impersonale e dove inizia la vita della persona? Ma è ovvio che la scienza non lo può sapere e nemmeno la religione, entrambe le asserzione possono essere motivate, e non credo che nuove scoperte possano migliorare la situazione perchè tanto alla fine tutto dipende dalla definizione che si decide di dare alla parola "persona" o "uomo", al di là della prova scientifica, ed ogni defizione è arbitraria... E se supponiamo che la religione si basi sull'idea di "anima", allora abbiamo più o meno le stesse identiche problematiche, tutto dipende da definizioni e da interpretazioni di queste definizioni, che possono cambiare a seconda della pagina della Bibbia che ti si apre casualmente davanti.

Riconoscere i limiti della scienza e della fede da entrambe le parti, farebbe tacere qualsiasi conflitto. Il conflitto sorge quando l'una crede di avere più diritto dell'altra di esprimere la sua idea; è l'errore che fanno entrambe, sia la scienza, sia la religione, non si creda che il problema stia tutto da una parte.

Anche riguardo al mito della creazione; il problema è più o meno lo stesso, anche se i risvolti pratici sono praticamente inesistenti. Comunemente si pensa che la religione e la scienza diano due concezioni contrastanti riguardo all'origine del mondo. E' falso. Supposto che naturalmente il mito religioso della Genesi vada inteso come un'analogia o come una conoscenza simbolica che non può essere sensibilmente descritta, com'è giusto che vada inteso. Sarà chiaro che la scienza non decide nulla in merito all'origine del mondo. Al massimo, la scienza ha potuto fare congetture più o meno precise dell'inizio del COSMO, cioè dell'organizzazione della materia così come la vediamo adesso disposta, ma forse che questo ci aiuta in qualche modo nel decidere se questa materia sia sorta dal nulla o se sia stata invece pre-esistente? La scienza non può assolutamente concepire la nascita della materia dal nulla; questo non vuol dire che la scienza SAPPIA che la materia NON nasce dal nulla; vuol solo dire che il Nulla, e qualsiasi cosa riguardi l'assenza di materia, è in-sensibile e in-esperibile, quindi inimmaginabile. Possiamo forse sapere se la materia è sempre esistita e si è organizzata in modi diversi nel corso dell'eternità? Possiamo sapere, cosa c'era, prima di un presunto big bang? Forse che la scienza sa dirmi se questa Sostanza è stata originata da una Sostanza del tutto diversa, perfetta, incorruttibile, spirituale? Forse che la scienza ha le prove che il mondo è sempre esistito? Il mondo ha inizio nel tempo, o no? In realtà la scienza può dire molto poco, e deve riconoscere che ci sono cose che non saprà mai, o almeno: potrà fare delle ipotesi, ma non SAPRA' nulla. E, una volta riconosciuto questo limite, il resto, l'uomo lo riempie solo con la fede, perchè non può far altro. Sarebbe simpatico se la scienza, con quel poco che sa in merito, pretendesse di confutare la religione, e sarebbe altrettanto assurdo, che la religione temesse la scienza, perchè la scienza non può scalfirla, e non la scalfirà mai su certi temi, perchè la scienza NON PUO' risolverli... Quindi come vedi non c'è nulla su cui litigare...



P.s. Vorrei sottolineare che tutto questo lo dico pur essendo fondamentalmente atea... Non si tratta, lo dico per chi non lo avesse capito, di salvare la possibilità della religione, ma di avere l'onestà di ammettere che la scienza non ne sa nulla.
anonymous
2009-05-15 08:09:41 UTC
I. Introduzione

Almeno negli ultimi tre secoli, il rapporto fra scienza e religione ha accompagnato tutta la storia del pensiero e ne troviamo le tracce sia nella storia della filosofia, sia nel dibattito culturale e di opinione pubblica. Allargando ancora la prospettiva, dovremmo dire che l'incontro fra scienze naturali e visione religiosa del mondo cominciò di fatto nelle università medievali, quando il pensiero aristotelico da un lato ed i primi passi delle scienze pre-galileiane dall'altro, irrompono e reclamano uno spazio proprio nella lettura della realtà, lettura che fino a quel momento era stata offerta essenzialmente dalla Sacra Scrittura.. Tuttavia, anche uno sguardo al presente ci mostrerebbe che il dibattito fra cultura scientifica e pensiero religioso è presente in buona parte della divulgazione scientifica, nei mass media, ed interessa vasti strati dell'opinione pubblica

III. Il rapporto tra scienza e religione in un percorso di formazione scolastica: alcune premesse

Interrogarsi sul rapporto che potrebbe instaurarsi fra pensiero scientifico e pensiero religioso nel contesto di un percorso di formazione scolastica implica, per gli insegnanti, essere in primo luogo consapevoli che il cristianesimo è depositario di una precisa visione dell’uomo, del mondo e della storia. Appartengono al nucleo di questa visione: a) la concezione dell’essere umano come immagine e somiglianza di Dio, creato per conoscere e dialogare con il suo Creatore, con il compito di custodire ed umanizzare la terra che gli è stata affidata; b) una comprensione del mondo come creazione, ovvero effetto di una parola creatrice, personale, razionale, ovvero un mondo che ha avuto una origine ed è guidato in modo provvidente dal suo Creatore verso il compimento del suo fine;

Il cristianesimo andrebbe pertanto considerato come fonte di una cultura che investe molti campi del sapere umano e dialoga con essi. Ancor più, gli stessi campi del sapere umano hanno la capacità di mostrare un’apertura verso domande per le quali il cristianesimo possiede una risposta..

Il pensiero scientifico ha “modellato” la razionalità e il modo di pensare del nostro tempo. In questa influenza esiste un aspetto senza dubbio positivo, perché la scienza ha migliorato la qualità di vita dell’uomo e ne serve lo sviluppo culturale e l’organizzazione sociale

• una certa “eredità storica” porta a vedere nella religione un ruolo di “freno allo sviluppo del progresso scientifico (Galileo, Darwin). Esisterebbe una “resistenza” alla novità, per la difficoltà di interpretarla nella visione biblica del mondo, ormai consolidata;

IV. Situazione attuale del dialogo fra scienza e religione nel dibattito di opinione pubblica

Uno sguardo alla cultura contemporanea e al dibattito di opinione pubblica mostra facilmente che, rispetto alla prima metà del Novecento, e comunque negli ultimi decenni, esistono oggi mutamenti sostanziali nel rapporto fra teologia e scienze naturali.

Un importante fattore di riavvicinamento è stato la riscoperta, da parte della storiografia del Novecento, delle radici cristiane di numerose idee filosofiche che hanno successivamente favorito lo sviluppo del pensiero scientifico.

Va infine segnalato che vi è stato un certo cambiamento anche nell’atteggiamento della teologia nei confronti dei risultati delle scienze: questi non sono più visti come “fonte di problemi”, ma se ne sottolinea adesso anche l’importanza per il lavoro teologico. Un cambio, questo, dovuto soprattutto al Concilio Vaticano II e al magistero di Giovanni Paolo II. Si considerino in proposito i seguenti testi:

“L'esperienza dei secoli passati, il progresso delle scienze, i tesori nascosti nelle varie forme di cultura umana, attraverso cui si svela più appieno la natura stessa dell'uomo e si aprono nuove vie verso la verità, tutto ciò è di vantaggio anche per la Chiesa” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 44)

“Infatti gli studi recenti e le nuove scoperte delle scienze, della storia e della filosofia, suscitano nuovi problemi che comportano conseguenze anche per la vita pratica ed esigono anche dai teologi nuove indagini. I teologi sono inoltre invitati, nel rispetto dei metodi e delle esigenze proprie della scienza teologica, a sempre ricercare modi più adatti di comunicare la dottrina cristiana agli uomini della loro epoca” (ibidem, 62).
anonymous
2009-05-15 14:24:21 UTC
Scienza e religione "litigano" per la diversa interpretazione che danno sull'origine della vita: una basata sull'analisi e sulla ricerca con il metodo logico e razionale, l'altra impostata sul dogma della fede e su testi assurdi, a dir poco fantasiosi e contradditori tra di loro. La scienza in realtà non esiste fintanto che c'è ancora da sapere. Scienza è "conoscenza", cosa che ancora non abbiamo, come invece credono e pensano di avere direi tutte le religioni. Le poche verità che ci vengono dalla scienza non sono confutabili, mentre quelle che ci vengono dalle religioni, sì. Perché poi studiosi e scienziati credono ad esempio in dio, me lo sono sempre chiesto, ma esistono anche scienziati e intellettuali che sono atei. Io penso che sia il bisogno umano di dare un senso alla propria esistenza, credendo che non tutto debba finire con la nostra morte anche se la morte è un processo naturale di selezione di cui la natura si serve per migliorare e dare spazio a nuovi individui
anonymous
2009-05-15 08:07:06 UTC
perkè la scienza vuole prendere gli embrioni dalle donne e usarli x fare esperimenti ma la religione(cattolici ortodossi ecc)non vuole xkè dicono ke è un omicidio per usarli x gli esperimenti , mi sono spiegato? 10 punti manca poco x il livello 2
?
2009-05-16 02:04:09 UTC
xche entrambe sono forme di Fede.

Le liti in realtà non sono tra scienza e religione ma tra la visione politica della scienza e della religione.

Io seguo la corrente costruttivista e sono consapevole che nessuna osservazione è di per sè oggettiva, non è un caso che anche grandi scienziati che elaboravano idee innovative per i loro tempi venivano "perseguitati" intelettualmente anche dalla comunità scientifica che, come ogni comunità "politica", tende a conservare se stessa.

Chi afferma che la scienza si occupa solo del dimostrabile mente, la scienza si occupa solo di ciò che può essere dimostrato utilizzando un "metodo" che viene definito scinetifico da altri esseri umani e quindi non oggettivo.

Se una ricerca viene fatta da un'Università Americana o Europea ci crediamo, perch segue i nostri metodi, se viene dimostrata da un'Università Cinese o Africana meno, non xche sia meno oggettiva ma xche non segue i nostri protocolli.

Nessuno scienziato onesto può affermare che la realtà si può conoscere con oggettività, nessun religioso onesto può affermare di conoscere Dio.

Entrambe però si affiliano alla politica ler poter affermare la propria posizione spesso con l'inganno.

Ti consiglio delle letture

Contro il Metodo Paul Feyarabend

Il Tempo per Cambiare Richard Bandler

La realtà inventata Paul Watzlawick e altri autori

Tractatus Ludwig Wittgenstein

La realtà della Realtà Paul Watzlawick

Un Modo di Essere Carl Rogers

Tecniche di Controllo Mentale Matteo Rampin

e anche questo romanzo che parla di questi argomenti

Caretaker City Marco Antuzi
Shrek
2009-05-15 08:09:28 UTC
Bella Domanda...



La Scienza e la religione sono in perenne conflitto perchè la 1 dice che ad ogni cosa esistente c'è 1 suo passato che ha 1 suo passato ecc..invece la religione dice che l'universo,l'uomo e tutte le cose di cui non non ne conosciamo minimamente l'esistenza,siano state create da un essere superiore onnipotente ed immortale che sarebbe Dio...E riguardante gli scienziati...Anche se facevano teorie (che si sono rivelate anche vere) avevano sempre 1 credo nel vui pregare..non credo che essere scienziati significhi non credere in 1 Dio...PERCHè LE NE SCIENZE E NE LA RELIGIONE NON POSSONO NEGARE L'ESISTENZA DI OGNUNA!!


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