Domanda:
Un padre, economicamente agiato, volendo che suo figlio sapesse la differenza tra la ricchezza e la povertà,?
2007-03-30 16:43:58 UTC
lo portò per un paio di giorni in montagna, presso una famiglia di contadini.
Passarono tre giorni e due notti in una sistemazione provvisoria. Al ritorno, in auto, il padre domandò al figlio: “come ti è sembrata questa esperienza” “buona” rispose il figlio, con lo sguardo rivolto indietro.
“e … cosa hai imparato ?” insisté il padre e lui “ho imparato che noi abbiamo un cane e loro ne hanno quattro; noi abbiamo una piscina con acqua stagnante mentre loro hanno un fiume senza fine, di acqua cristallina, dove ci sono pesci, pietre colorate ed altre meraviglie; noi importiamo torce dall’Oriente per illuminare il nostro giardino e loro si inebriano con la luce delle stelle e della luna; la nostra vista arriva fino al muro che recinta la nostra villa la loro fino all’orizzonte; noi ascoltiamo cd loro ascoltano la perpetua sinfonia degli uccellini e della natura; noi viviamo incollati al cellulare, al computer, al televisore ...
24 risposte:
Klukly آمنة تحـبً السلام
2007-03-30 17:16:16 UTC
la mia riflessione è semplice ... abbiamo perduto il senso della nostra appartenenza alla natura e per questo spesso disprezziamo le care e seplici cose... spesso non usciamo con gli amici per la loro compagnia ma per andare in quelo posto li... in quel cinema li per la prima del film di grido... in quel locale li... in quel concerto li... e dimentiichiamo che valore potrebbe avere magari spegner le luci e guardare le stelle nel nostro piccolo balcone con la mano nella mano del nostro amore!
2007-03-31 00:41:03 UTC
Carissimo Serapide,

conoscevo questa metafora e l'ho sempre trovata meravigliosa, anzi sono francamente stupita dalle tante risposte molto distanti dalla mia idea.... si, alcune sono realiste, ma altre -per il mio modo di vedere, che non è migliore, ma solo personale- mi sembrano un pochino troppo ciniche e fredde. Rispetto naturalmente anche queste, ne prendo atto e ne faccio motivo di riflessione. Questo è uno degli aspetti per cui amo maggiormente answers, ovvero poter confrontare punti di vista, ideologie e filosofie completamente diversi ed estrapolarne serenamente degli spunti per meditare e conoscere più a fondo l'animo, la mente e la psiche umana.

Contribuisco alla discussione perchè mi sento profondamente coinvolta nell'argomento e perchè io stessa non avevo la medesima visione di adesso prima di vivere determinate situazioni.

Non sono nata in una famiglia particolarmente ricca, ma diciamo mediamente benestante. Mia mamma mi è potuta stare accanto per tutta l'infanzia facendo la casalinga perchè mio padre guadagnava abbastanza, avevamo un bell'appartamento di proprietà, un'altra villetta per le vacanze, due auto, la moto, andavamo spesso fuori a cena, io avevo molti giochi e ricordo che non mi è mai mancato nulla e non ho mai sentito i miei genitori preoccuparsi di come arrivare alla fine del mese. Devo dire che mi hanno comunque sempre insegnato il valore del denaro, specialmente la mia mamma, facendomi capire che per averlo si deve lavorare e fare dei sacrifici, che non si deve sperperare e scialacquare perchè c'è anche chi sta peggio, chi non ne ha, soprattutto milioni di bambini che muoiono di fame. Tuttavia, pur ripetendomelo sempre, io non ho mai compreso a fondo cosa potesse significare patire la fame o non avere un letto su cui dormire, era troppo distante dalla mia realtà e credo che ci siano delle situazioni che si debbano vivere per capire realmente cosa vogliono dire, per sentirne nel cuore tutte le sfaccettature e i sentimenti.

In seguito, da adolescente, i miei genitori si sono separati, mio padre ha iniziato a bere, diventando poi alcolizzato e mandando in fallimento la sua piccola azienda. Quelle poche volte in cui lo vedevo era molto violento, fisicamente e psicologicamente, fin quando un giorno mi buttò fuori da casa sua dicendo che non voleva più vedermi, che non voleva più mantenermi, che aveva una figlia così stupida e brutta che non vedeva perchè doveva spendere dei soldi per lei, anche perchè non accettava il fatto che io volessi fare l'infermiera e aiutare i bambini in missione, mi disse che era un lavoro troppo umile, che dovevo realizzarmi laureandomi, altrimenti non sarebbe stato dignitoso avere come figlia una miserabile fallita e quindi preferiva non vedermi mai più. E così fece, lasciando me minorenne e mia mamma senza alcun mantenimento, e da quel giorno non lo vidi mai più. Mentre mia mamma, non più ragazzina, cercava un lavoro e attendevamo che il tribunale ci facesse riavere il mantenimento facendogli causa, abbiamo attraversato un bruttissimo periodo economicamente parlando, tanto che io dovetti lasciare la scuola e andare a lavorare come apprendista per due lire. In fondo ad essere onesta la fame non l'ho mai provata neanche allora, perchè mia nonna materna ci ha aiutate tanto, ma certo la vita non era più come prima... le mie amiche andavano al cinema, a mangiare la pizza, si comparavano i jeans e le scarpe da tennis di marca, andavano al mare alla domenica, e io non potevo fare niente di tutto questo e loro un po' mi emarginarono, come è abbastanza normale che accada purtroppo a quell'età. Cominciai ad odiare i soldi, perchè le persone guardavano alle apparenze, come appunto alle scarpe firmate, e soprattutto perchè avevo perso mio padre per quello, mi dicevo che se non ci fossero stati i soldi non sarebbe successo...e mi convinsi anche che i soldi non danno la felicità, perchè nonostante il benessere economico la mia famiglia si era sfasciata, mio padre si era buttato sull'alcool, e ricordo ben pochi sorrisi e momenti felici nella mia infanzia, quasi nessuno. La BMW, l'appartamento lussuoso o i bei vestiti non mi hanno mai dato nulla, anzi sono cresciuta molto triste perchè a tutto quel "contorno" mancavano l'armonia, la serenità interiore, l'amore.

In seguito il mio piccolo monolocale, la mia macchinina usata e tutto ciò che ho avuto me lo sono sudata, ma raggiungerlo è sempre stata una soddisfazione immensa. Con tanti sacrifici e con mille rinunce ho risparmiato i soldi per poter finire la scuola per infermieri e ho avuto la conferma che la convinzione di mio padre era effettivamente sbagliata, perchè non ero laureata e non guadagnavo certo molto, ma stare accanto ai bambini malati di tumore, sentirmi veramente utile, donare me stessa per aiutare chi soffre mi ha dato gratificazioni morali così profonde che nessun titolo o assegno mi avrebbero mai dato! E infatti finito il mio turno di lavoro facevo anche volontariato... emarginati, anziani soli, persone sofferenti, animali abbandonati...e in nient'altro trovavo una gioia così profonda come nel sapere che grazie a me altre persone stavano meglio, nel sentirmi utile, nell'aver trovato uno scopo reale e profondo nella vita ed essere colmata di affetto e di gioia da chi aiutavo. Anche solo un sorriso donato con amore e una luce di speranza nei loro occhi, per me era un dono profondissimo, che riempiva il mio cuore come null'altro poteva fare.

Poi mi sono ammalata, due malattie croniche, incurabili, che dopo tanti ricoveri, interventi chirurgici e anni di sofferenza, mi hanno costretta a vivere su un letto, togliendomi il lavoro, la mia autosufficienza, tutto ciò che avevo costruito e anche tutti i miei sogni e le mie speranze per il futuro, soprattutto quello di una grande famiglia, con tanti bambini adottati e in affido, che era ciò desideravo di più.

Mia mamma per assistermi e starmi vicina ha rinunciato alla sua vita affettiva, agli amici, a tutto ciò che aveva e insieme siamo state costrette a trasferirci lontano dalla nostra città, in cerca di una casa in affitto che costasse meno possibile. Negli anni abbiamo venduto tutto ciò che avevamo, fino all'ultimo ricordo dei nonni, alla catenina del battesimo, tutto quanto. Lei è anziana e non sta bene, ma fa mille sacrifici, ha le scarpe e gli abiti bucati e continua a fare assitenza agli anziani e pulizie, tornando a casa distrutta pur di cercare di darmi almeno un pezzo di pane da mangiare e comprarmi le medicine che allevino un po' i miei dolori fisici. Non abbiamo davvero più nulla ed entrambe sappiamo che da un momento all'altro potrebbero subentrare delle complicazioni che potrebbero portarmi alla morte...ci sono già andata molto vicina più di una volta.

Esistono delle cure sperimentali che si potrebbero tentare, ma sono costose e non possiamo pagarle, in realtà non riusciamo più nemmeno a pagare le bollette e l'affitto. L'unica cosa che abbiamo ancora è internet, perchè io ci rimango attaccata con i denti, preferisco mangiare meno e solo pasta in bianco, ma poter continuare a comunicare con il mondo esterno, poter scrivere, leggere, avere un contatto con le persone, mi aiuta a sentirmi ancora viva. Ma per il resto non abbiamo nulla e certo il pensiero che i soldi, e in fondo nemmeno molti, qualche migliaia di euro, potrebbero salvarmi la vita... beh si, è triste e sicuramente ingiusto, questo si. Come è terribilmente triste e ingiusto che ci siano milioni di bambini che muoiono di fame, aveva ragione mia mamma, ma presa dal mio benessere, quando in tavola non mancava mai nulla, io non lo comprendevo a fondo.

Ora invece capisco tutto ciò che da bambina, e anche da adulta prima di vivere in queste condizioni, non ero davvero in grado di capire. So che cos'è la fame, so cosa significa non avere nulla, so che cos'è la povertà.... e non ho l'ipocrisia di dire che si stia meglio così, che non mi piacerebbe avere di che mangiare, vivere diversamente e soprattutto potermi curare... questo lo vorrei disperatamente!!

Ma, credimi, continuo ad essere convinta ugualmente che i soldi non diano la felicità.

Dopo la malattia, perdendo tutto ed essendo conscia che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, ho pian piano compreso ancor di più cosa conti veramente in questa nostra esistenza. Ho inziato ad apprezzare profondamente tutte quelle piccole cose che prima a volte davo per scontate, perchè le avevo sempre avute e non avevo mai temuto di perderle.

Certo non è stato semplice, anzi al contrario è stato durissimo e terribile, all'inizio sono sprofondata in una bruttissima depressione, mi sembrava che nulla avesse più senso, non riusivo più a riprendermi, mi chiedevo se fosse vita stare 24 ore su 24 su un letto, sola, soffrendo così tanto fisicamente e anche moralmente, attendendo la morte e dando tanto dolore a chi mi voleva bene...e ho perfino pensato di togliermi la vita, perchè non riuscivo ad accettarla, e non l'ho fatto per un soffio...

Ma poi quando ho toccato il fondo, quando l'ho toccato veramente, allora mi sono rialzata.

Con il tempo, pian piano, ho smesso di piangere per ciò che avevo perso, ma a gioire per tutto ciò che avevo ancora, comprendendo che in fondo era tantissimo, e ho iniziato ad amare di più la vita, in un modo in cui mai l'avevo amata prima.

Ho compreso quanta gioia possa esserci nel semplice "esistere", nell'abbracciare le persone che ami, nel guardarle semplicemente negli occhi e sapere che ci sono e che ti vogliono bene, ho compreso quanto si possa essere felici riaprendo gli occhi al mattino con la consapevolezza di esserci ancora, quanto amore possa darti un sorriso, quanto sia splendido poter camminare con le proprie gambe, che si tratti anche di pochi passi, quanto sia bello poter ammirare la magia delle bellezze della natura, vederne i colori, sentirne i profumi, sentire il calore del sole tiepido che ti scalda il viso, ho capito che la nostra esistenza non è mai inutile, non è mai vuota, non è mai orribile...ma che tutto dipende da come la vediamo e la sentiamo interiormente, e che la felicità non sta in ciò che abbiamo nè in ciò che ci succede, ma nel nostro cuore!

Ho imparato a non limitarmi a respirare in modo passivo ma ad impegnarsi con anima e cuore per scrivere ogni giorno una nuova pagina di quel meraviglioso libro che è la nostra vita, a vivere nel momento presente cercando di rendere ogni istante profondo, speciale e indimenticabile, a non dare mai nulla per scontato, ad apprezzare tutti i tesori che ho anziché rammaricarmi per quanto ho perduto o non potrò avere, a cogliere i preziosi insegnamenti che si nascondono dietro ad ogni esperienza, problema e dolore, a non disperare davanti alle avversità, ma essere sempre fiduciosa e non smettere mai di sperare, a combattere per la mia felicità anche quando tutto mi sembra perduto, a cercare di essere serena, trovando il mio equilibrio interiore in qualunque circostanza, a sentirmi sempre in pace con l’universo che mi circonda, a mettere passione e calore in tutto ciò che faccio, a non perdere mai la capacità di guardare il mondo con gli occhi di un bambino, a vincere la noia assaporando gusti e colori attimo per attimo, ad essere sempre disposta a rimettermi in gioco e in discussione... e soprattutto a tentare di dare comunque un senso alla mia esistenza, anche se vissuta su un letto, chiudendo gli occhi alla sera con la consapevolezza che se quello dovesse essere stato il mio ultimo giorno, non avrei né rimpianti né rimorsi, perchè comunque avrei vissuto pienamente, con gioia e con amore!!



E per qualcuno potrà sembrare retorica o ipocrisia, mi metteranno forse mille pollici giù, ma io sono profondamente convinta che la vera ricchezza, quella che conta, l'unica che può renderci veramente felici, sia solo quella interiore, quella dello spirito.

E il bambino del tuo racconto ha capito una grandissima verità....



Un abbraccio!! Irene



Cosa aggiungere in risposta a Serapide, Lino e la dolcissima Sandy....in questo istante provo così tanta gioia ed emozioni profonde che sono quasi confusa, temo che non riuscirei ad esprimere veramente ciò che sento perchè a volte le parole sono inadeguate. Sappiate che mi avete donato uno di quei sorrisi che rimangono impressi nel cuore per sempre!!

Dopo aver pianto e pregato anch'io, ora vorrei solo potervi abbracciare stretti, in silenzio...
sandy66
2007-03-31 02:56:57 UTC
Ciao Serapide, come gia' detto da Lino, scrivere qualcosa dopo LunAurora e' ardua impresa.

Credo che ognuno di noi abbia vissuto le gioie che la vita ci regala e sofferto i dolori che fanno parte della vita stessa.

Per qualcuno pero', sembra che la vita si accanisca in modo impietoso, tormentando e torturando, provocando immani sofferenze del corpo e dell'anima.

Ho letto le parole di LunAurora nello sguardo di mia madre, prima molto malata e sofferente, poi sul letto di morte. Il cancro l'ha portata via nell'arco di due anni.

Pero' devo dirti che la stessa forza e lo stesso amore hanno fatto parte della sua vita, ha sempre amato ed aiutato il prossimo, pur non essendo ricca, e facendo molti sacrifici non ha mai rifiutato una borsa di viveri ad una famiglia povera. L'amore sprigionato da alcune persone, che riescono a trasformare la sofferenza in DIVINO ESEMPIO per gli altri, e' incommensurabile ed e' la ricchezza piu' grande che si possa sognare di possedere.

Non ti parlero' delle mie sofferenze, forse un'altra volta, in un altro momento, ora voglio soltanto piangere un po' e pregare per una cara dolcissima Luna che con la sua luce, oggi ha rischiarato il mio spirito e che in silenzio risplende, chiara e pura.........come l'Aurora!!!
Lino41
2007-03-31 00:55:51 UTC
Scrivere dopo di te Irene è come completare l'oceano con una goccia d'acqua. Non parlerò della mia vita disagiata, della povertà della mia famiglia di emigrati in Francia, della pezza ai pantaloni che passavano dal fratello maggiore al minore, dei regali natalizi costituiti esclusivamente, per cinica tradizione, da roba da vestire. Immaginala soltanto, Serapide. Quello che volevo mettere in risalto è soltanto questo, che nonostante tutto trovavamo la forza di dire "e pensare che in Africa c'è gente che muore di fame".

Ciao Serapide e un abbraccio a Ire.
2007-03-30 16:53:22 UTC
parole sagge mai verità fu tanto chiara agli occhi di un padre che voleva insegnare al figlio cos'è è la povertà e alla fine il figlio e uscito da questa esperienza + ricco del padre



la vera ricchezza e la bontà d' animo e cercare di cogliere al volo tutta la ricchezza che la vita ci da

il padre tale ricchezza non capirà mai xkè troppo preso dal valore dei soldi
Rita T
2007-03-31 03:35:37 UTC
La vita è apprezzare il creato! noi siamo poveri simulacri .... uomini ormai perdudi alla caccia di un benessere fittizio: non è il dio denaro che dobbiamo rincorrere, o questo progresso che ci sta facendo perdere di vista i veri valori.

Vedo i ragazzi d'oggi e rifletto: a cosa pensano? che cosa vogliono? altro non pensano che al cellulare ultimo modello, al motorino, e ai vestiti alla moda.

Ma il cielo chi lo guarda più? il mare chi lo guarda più? chi ascolta il rumore della natura? chi cerca di proteggere un fiore?

Siamo parte di un universo di cui pian piano ci stiamo dimenticando.

E non curiamo più nemmeno il nostro "pensiero". Chi ancora da valore alla cultura? Chi si ferma a leggere un libro?

Io mi sento ricca e di soldi ne ho pochi, perchè ogni tanto la mi mente vaga ....
sergio_pecoraro
2007-03-31 03:19:19 UTC
La vita è ciò che scegli puoi imparare da qualunque persona di qualsiasi parte del mondo, ognuno di noi è maestro e ha delle cose da insegnare; in generi impari le cose in base al cammino che hai scelto di fare
arcobaleni
2007-03-30 23:08:45 UTC
Con questa storiella hai centrato il problema!



E' il problema dell' uomo moderno, che crede di comprare tutto con i suoi soldi, e che essere nel benessere vuol dire stare bene.

Qualcuno nelle risposte crede che senza bellezza, soldi, potere l' uomo sia finito.

Ma per fortuna non è così.

C' è una bellissima pubblicità della master card che lo dimostra.

Ci sono piccole cose nella vita che hanno più valore di tutti i soldi del mondo.

Ci sono gli affetti che non hanno prezzo.

Ci sono le relazioni con gli altri che sono impagabili.



C' è anche nei Vangeli, la storiella del "figlio alprodigo", oltre ad essere l' essenza del perdono, è la dimostrazione che la bella vita da sola non paga, e non sostiene l' esistenza di nessuno.



Provate a dimostrare il contrario
2007-03-30 16:56:07 UTC
che dirti di piu'? io adoro la natura in tutti i suoi aspetti e quando vi sono dentro non sento la mancanza della tecnologia e ti giuro

vivrei in quel posto con tutto me stesso,li dove ogni vita ha veramente valore... "vorrei essere anche io cosi' ricco"
2007-03-30 16:54:34 UTC
mi hai regalato un brivido...
2007-03-31 06:07:10 UTC
Ricchezza e povertà sono due concetti relativi ed estremamente soggettivi. Ho conosciuto ricchi che si lamentavano continuamente delle spese che facevano, mentre parlavano con gente decisamente più povera che quelle spese non potevano nemmeno sognarle. Eppure quei ricchi sembravano non turbati per niente, non avevano nemmeno un minimo di imbarazzo nel discutere di ciò.

Come i ricchi di oggi che ostentano le loro ricchezze, talvolta inesistenti oppure semplicemente rubate, solo per farsi notare (e sono osannati comunque, ed apprezzati anche se truffatori!).

La ricchezza, secondo me, spesso è un modo per nascondere delle mancanze psicologiche, spesso affettive, dato che la società moderna è tutta incentrata sull'avere e spendere (società del consumismo si chiama, se non spendi, se non consumi, non sei nessuno).

Se hai dei soldi, li devi usare, li devi spendere, li devi far vedere agli altri, se li metti sotto il mattone sei uno stupido, non sei nessuno, non vali niente. Se non dimostri, anzi, se non mostri, non sei parte integrante della società.

Ma spesso i ricchi moderni sono insoddisfatti, tanto che poi si drogano, si sballano, fanno delle cose che non hanno alcun senso. Forse perchè solo loro se le possono permettere ? O forse perchè per essere hanno bisogno di apparire comunque ?



Essere poveri anche è relativo. Certo, provate a fare un discorso del genere a chi non ha niente da mangiare, non ha una casa, non ha niente, e vedrete cosa vi risponderà.



I soldi forse non fanno la felicità, ma di certo aiutano a vivere mentre la si cerca la felicità. Il problema è che molti si fermano ai soldi, non vanno oltre, forse perchè non sono in grado di andare oltre, forse perchè non sono in grado di combinare nulla di buono, ecco che si fermano ai soldi, e poi si rovinano la vita. Chissà, in fondo forse cono consci di non meritare quelle ricchezze.



La verità è che l'uomo moderno è arroccato su se stesso e raramente riesce a guardare oltre il proprio naso. Se un vicino è povero o malato, chissenefrega ! Sarà colpa sua. Se non è riuscito a fare i soldi è perchè non ne è capace, io invece, che sono tanto ricco, sono stato bravo. Se uno è malato sono cavoli suoi, io che ci posso fare. Non si guarda oltre il proprio naso, tutti sono potenziali nemici, e se non sono nemici sono almeno estranei, verso i quali si prova indifferenza. Non si cerca nemmeno di capire loro e i loro problemi. Spesso si dicono le stesse identiche cose, ma non ci si capisce, non ci si intende. Nemmeno tra padri e figli, tra fratelli, tra amici. Si pensa solo a se stessi. Se io ho qualcosa si crede che l'altro, chiunque sia, potrebbe mirare a quella cosa, quindi è un nemico.

Ecco quindi che chi non ha niente non ha questa paura. Cosa togliere a chi non ha niente ? Ecco quindi che chi non ha niente riesce, lui si, ad ascoltare gli altri, a capire, ad immedesimarsi, ed ascoltando capisce che non c'è molta differenza, che tutti sono più o meno infelici su questa terra. Ecco quindi che chi non ha niente ha la capacità di aiutare gli altri, proprio perchè non ha niente, e non ha paura di perdere niente, forse ha solo paura di morire, ma quello è un altro discorso.

Chi ha tutto, invece, o chi ha solo qualcosa, teme gli altri. Se gli tendi una mano si chiede "cosa vorrà veramente questo ?". Se invece gli chiedi un aiuto, parte lancia in resta: "sono certo che vuoi fregarmi, devo scoprire il tuo gioco, tu vuoi truffarmi, sei falso, non puoi non essere falso !"

E quindi si vede il male anche dove non c'è, perchè chi non ha niente deve essere per forza diverso. Se sei malato devi anche essere brutto e sofferente, e la sofferenza te la si deve leggere in faccia, se non è così, non sei malato, ma solo truffatore, falso e bugiardo, quindi attenti (nel senso di mirare, voler conquistare) ai miei beni, alle mie striminzite ricchezze.



La ricchezza e la povertà, le condizioni sociali, sono tutti concetti molto relativi. Non c'è molta differenza, la differenza sta nel fatto che non ci si fida più del prossimo, non ci si fida più del vicino, il vicino è un nemico, quanto più è diverso da noi tanto più è un nemico. Da non aiutare, uno che finge, che non è veramente povero, oppure, se proprio lo è, è solo colpa sua.



Il problema è nella società che ci ha resi tutti diffidenti verso gli altri, ci scanniamo tra fratelli, padri che ammazzano i figli, figli che ammazzano i padri, tutti contro tutti, l'uno contro l'altro armato.

E se tu, povero stupido ignorante, osi dire che quel poveretto è realmente un poveretto, che ha solo bisogno di un po' di aiuto, e che non è certo colpa sua se è in quella condizione.... vuol dire che tu sei con lui, in combutta. Tu sei come lui, un emarginato che non ha diritto a nulla, se non ad essere combattuto.



E' lo Stato che consente questo. Quando vediamo che lo scorso Governo ha negato a dicembre il giusto risarcimento del danno a chi ha contratto l'AIDS o l'Epatite C non per colpa loro, ma solo perchè hanno subito un'operazione è il sangue della trsfusione era infetto (il sangue è prodotto e gestito dallo Stato), cosa dobbiamo pensare ? Che gli infettati moriranno senza poter fare niente. E chi sa che una persona ha l'AIDS, anche se la sua malattia è dovuta ad una trasfusione, cosa pensa ? Rifletteteci bene. Cosa pensiamo ? Non è che forse, in fondo in fondo, ci chiediamo: chissà cosa avrà fatto per avere l'aids ?
mmm
2007-03-31 05:51:06 UTC
più di tutto sono rimasta colpita dalla risposta di boston.. ma che ci campa a fare, se della vita non capisce un'H...in quanto alla tua domanda ti rispondo che bisognerebbe trovare il coraggio di lottare per riprenderci quello che stupidamente abbiamo perso dentro e fuori,e non confonderlo con un falso benessere
ardito
2007-03-30 23:50:30 UTC
-Ciao. Una riflessione del pro e del contro.

- E' una bella storia, purtroppo nella realta' difficilmente il giovane ricco si accorge cio' che realmente conta nella vita sapendo che il giorno dopo rientra nella sua luccicante dimora, lo dimostra il fatto che non ha chiesto di rimanere con i contadini. Inoltre non vede la fatica, il disagio, la solitudine, la precarieta' e mancanza di sicurezze del domani

che una grandinata potrebbe compromettere tutto il lavoro di un anno intero. Cosa vede? cio' che i contadini hanno e lui non puo' avere, ancora una volta prevale in lui l'egoismo, non si accontenta, non molla la ricchezza, non chiede di rimanere con loro a lavorare, ma rientra beatamente nella sua splendida dimora con la sua bella automobile, con il rimpianto di non possedere le semplici gioie dei lavoratori della terra. Peccato!! si e' solamente voltato indietro, come ha fatto il giovane ricco dopo l'invito di seguire quell'Uomo amico che non delude mai, ma questa e' un'altra storia. - Riciao.
Stella bugiarda
2007-03-30 16:52:30 UTC
Capisco il senso del messaggio che vuoi trasmettere, ma se il padre è così ricco, non impiega molto a comprare la casa in campagna.

Da sottolineare che il giudizio sulle cose, dipende essenzialmente da chi le guarda.

Ciauuu
perladilabuan55
2007-03-30 22:05:30 UTC
Avere o Essere , diceva Erich Fromm. Offro il mio contributo alla discussione ponendo una semplice domanda a chi vorrebbe farci intendere che ha capito tutto della vita : << Ma perchè miliardari come Berlusconi, Lapo Elkian, Lele Mora, e simili, invece di starsene nei loro nidi dorati (come faremmo noi se fossimo al loro posto) serviti e riveriti; passano la vita in modo così poco invidiabile? Il Cavaliere ci stava lasciando le piume durante l'ennesimo comizio; il rampollo degli Agnelli anche, in uno squallido appartamento di periferia in compagnia di un transessuale; l'impresario, sembra, arrotondava sfruttando le debolezze dei suoi pari, non pago dei guadagni milionari. Non sarà che ciascuno di questi poveri-ricconi spera di trovare così il proprio fiume cristallino; l'orizzonte, oltre il muro di cinta delle ville favolose?>>
Specchio800
2007-03-30 16:58:25 UTC
Ah, Serapide...

quante volte ci è capitato, con tutta la nostra intelligenza, la nostra tranquilla agiatezza, di sentirci quasi invidiosi di fronte a quanti non hanno niente eppure hanno tutto...

di invidiare quella serenità, quel non aver bisogno di artifici (le torce dall'Oriente...), quell'essere essenziali...

eppure, eppure...

non ce la faccio a invidiarli del tutto Serapide.

non ce la faccio a considerare quel modo di vivere migliore del nostro.

non ce la faccio a pensare che la vita sia "solo" quella.

Con tutte le mie contraddizioni, con tutta la mia acqua stagnante...preferisco la mia di vita.



In questo momento, Serapide, sono portata a pensare che i loro sorrisi siano sorrisi inconsapevoli.

Sorrisi incoscienti, nel senso più vero del termine.

Altroché se sarei tentata da quei sorrisi.

Non sai cosa darei per sorridere in QUEL modo...

ma così possono sorridere solo i fanciulli e gli innocenti...
2007-03-31 03:54:54 UTC
Ricchezza e povertà?

Entrambi impostori.

Due concetti che si annullano dimostrando la loro inesistenza.

Ognuno di noi individua la ricchezza nelle cose che non ha e la povertà in ciò che possiede.

Un ricco non possedendo tutto cio che ha, ma facendosi possedere da esso, sarà sempre un povero che desidera tutto ciò che non possiede, scambiandolo per ricchezza.

Naturalmente quello che ho appena detto vale per ricchi e poveri, annullando così l'apparente differenza e con il risultato di avere in giro solo ricchi che non sanno di esserlo.



Qualcuno potrebbe obiettarmi che i ricchi, pieni di beni e di mezzi, non hanno difficoltà a sopravvivere mentre i poveri ci riescono a stento.

Questa per me è la solita osservazione effettuata da scimmie antropomorfe che litigano per mangiare le banane.

Ognuno è artefice del proprio destino e nessuno viene escluso dall'accedere alle banane se sa come salire sugli alberi.

Il vero problema è che molte scimmie incamerano più banane di quelle che possono mangiare tirando le bucce in testa a quelle che arrivano dopo.

Per questo la vera differenza non sta nella ricchezza o nella povertà, ma nella prepotenza, nell'arroganza e nella disattenzione che generano in alcuni uno stato di opulenza ed in altri uno stato di miseria.

Le risorse del mondo equamente distribuite sono sufficienti a far si che non si senta più parlare di ricchezza e di povertà, ma il cuore degli uomini è troppo misero perchè questo avvenga.



Che la Verità e l'Amore vi diano la soddisfazione!
Luciano D.
2007-03-30 17:24:50 UTC
Bello, ma piuttosto inverosimile.
k_girl
2007-03-31 07:15:06 UTC
Wow!!!!mi sono commossa, sono d'accordo, certo si doveva trattare di una persona speciale, molti si sarebbero messi a frignare"papà questo fa schifo!papà il letto è scomodo,papà voglio la play station"cmq grazie è un bellissimo insegnamento, davvero non ho parole!un bacio grandissimo e buona vita anche a te
Mobo
2007-03-31 00:05:18 UTC
Ciao, ti offro una visione negativa ma forse realistica di quanto hai detto. Cosa avrebbe detto il figlio dopo un anno di dura vita dei campi al padre? Avrebbe detto le stesse cose secondo te?. O avrebbe dimenticato il cielo stellato, le limpide acque del ruscello e la vista sconfinata dell'orrizzonte quando si fosse ritirato la sera con la schiena spezzata dal duro lavoro di un intera giornata sotto il sole cocente. Non avrebbe forse avuto il tempo per riflettere su queste meraviglie ma si sarebbe buttato come morto sul giaciglio per riposare? Ciao



Sinceramente non capisco il pollice verso per un opinione espressa senza alcuna offesa per alcuno. Forse bisognerebbe riflettere sulla mentalità ristretta della gente che non sa accettare visioni diverse dalla propria. Aggiungo questo. Un pensionato del ricco nord con una buona pensione si trasferisce in un piccolo paesino del sud dove può godere di aria pulita, di un mare cristallino, di cielo azzurro (non ci sono industrie quindi non ci sono scarichi inquinanti) e di una splendida vista. Lui vive bene ed è felice perchè si è allontanato dal frenetico e inquinato nord Italia. Ogni mattina quando si sveglia respira a pieni polmoni e dalla sua camera da letto ammira il mare blu che si vede in lontananza e la silouette di Capri. A chi gli chiede perchè sia venuto a vivere in questo paesino lui risopnde che ha trovato la sua dimensione. Ma molta gente del posto non è felice. Come mai? Eppure hanno la stessa aria pulita, la stessa vista del mare cristallino come il cielo e la stessa Capri in lontananza. Sai cosa manca a loro? Manca il lavoro, vivono di sussidi, non arrivano in fondo al mese, i giovani sono costretti ad emigrare al nord, gli anziani hanno la pensione minima e fanno la fila per ore all'Ufficio postale per trecento e rotti euro al mese, vanno nel vicino negozio di alimentari e hanno il libretto dove "segnano" la spesa fatta... ormai i problemi per loro sono così tanti che non possono più apprezzare le bellezze della vita. Siccome il pensionato sono io lo sai cosa mi dicono i quarantenni disoccupati che sostano in piazza? Beato te che sei in pensione e vivi bene con i soldi della pensione. Sono cinico vero? Purtroppo questa è una realtà nuda e cruda e io nella mia vita ho sempre trovato il tempo per fermarmi ad odorare il profumo delle rose e a guardare un tramonto sul mare anche perchè ho sempre avuto un buon lavoro che mi ha permesso di viaggiare, vedere, e godere di tutto le piccole cose che la vita offre. Non sono mai stato ricco, anch'io sono passato dall'agiatezza ad un tenore di vita inferiore ma non ho mai avuto il problema di quelle persone che ormai non riescono più a vedere il mare blu. Ciao,
Marmotta :)
2007-03-30 18:51:02 UTC
bello, ma mi riaccorda le bucoliche. capisco cosa vuoi dire ma non esageriamo. ti assicuro che il contadino preferirebbe le candele importate, la TV al plasma per guardarsi le stelle e la piscina invece che quel ruscello che straripa e gli entrar in casa portando melma(autunno e primavera). il figlio del ricco e stato li per tre giorni e vuole ritornarci in vacanza(nel fra tempo marcerà per il green pace), il figlio del contadino se ne va a Milano.
2007-03-30 17:14:03 UTC
Non è mai stato più chiaro di cosi che la ricchezza è tutto ciò, ma la ricchezza serve a codesta causa, se hai un qualcosa che non puoi avere lo avrai.....se il contadino vuole una qualsiasi altra cosa non l'avra, il ricco signore si.
2007-03-30 17:05:57 UTC
Beh anch'io sono convinto che con la modernità e il distacco dalla natura l'uomo abbia perso molto. Però questa è una visione molto romantica della vita contadina, aggiungerei. Io penso che la via giusta sia nel mezzo, perchè sono convinto che i contadini non conducano affatto una vita poetica ed anzi abbiano un rapporto con la natura molto utilitaristico.



Però è vero che l'uomo non può non sentire il richiamo della natura di cui nonostante tutto dovrebbe essere parte.



Ciao
id_usato
2007-03-30 16:52:41 UTC
Ma chi era costui? Leopardi da piccolo?

Che figlio paranoico, io lo avrei fatto tornare a casa a piedi!


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