Non sono uno studioso di Severino ma da quello che dici, un pensiero siffatto giustifica l'idea che detta a modo mio, "non si realizza l'ente in quanto esistente, ma come, una sua continua manifestazione e suo nascondimento".
Non si va a specificare nemmeno in che ritmi questo nascondimento e questa manifestazione avviene.
Ma sai, porsi problemi di filosofia pura è un continuo attacco alle idee "pre-costituite" e o "costituite al fine di qualcosa di specifico".
Se tu adesso mi cacci queste discussioni mi fai venire dubbi sul fatto che tutto ciò che noi per scontato diamo per esistente è solo un qualcosa di evanescente, illusorio, finto.
Allora, per risolvere la questione sai come la sbrigo: in realtà tutta " l 'inaccoglibilità " dell'essere "in se' stesso" (in quanto tale come direbbero altri filosofi) è solo un problema della retorica, del simbolo che noi usiamo per rappresentarla, che per forza di cose, non rinchiude, ne' dischiude qualcosa.
Quindi ciò di cui parla Serverino, non è dunque la natura dell'essere, ma il simbolo, la grafia, la scrittura, la geometria, la sua rappresentazione che a volte si rivela, a volte cela... è il divenire stesso che non è accoglibile come un "ente" ma come il passaggio da un ente a un non-ente.
Il divenire quindi, è proprio il processo di tutti gli enti di "omologarsi", ovvero, di auto-rappresentarsi o di essere rappresentati da altri enti nella stessa maniera in cui vedono "l'ENTE"; scritto in maiuscolo per rappresentare quello che non è soggetto al divenire è che è eternamente tale senza mutamento.
Il mutamento appartiene dunque, agli enti e alle loro rappresentazioni, scritto in minuscolo, non all'ENTE.
Tutti gli enti, assumono la forma di quello che per loro è "l'omologarsi" all'ENTE.
Ma in realtà si ingannano.
Allora, il VERO ENTE chi è? Qualcosa che non appartiene per certo agli "enti" minuscoli, ecco perchè mutano, divengono, fino a distruggersi.
Teoreticamente giustifica dunque l'idea che nulla è rappresentabile nella sua vera essenza. Non necessariamente un puro nichilismo, perchè si presuppone che, comunque, ammesso che non esista altro che divenire, il concetto di esistenza "pura" non può essere puro divenire solo perchè non dimostrabile dal tutto "mutevole". Esiste comunque un ENTE sopra il divenire che è coglibile dall'astrazione pura, dalle idee iperuraniche di Platone e una sua parusia è possibile.
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"Mentre in una prospettiva ontologica come quella di Severino non è possibile dire assolutamente nulla del genere. Gli enti "minuscoli" sono tutti eterni, appaiono semplicemente in successione. La carta che brucia non finisce nel niente. C'è prima la carta intatta, poi la scintilla vicina alla carta intatta, poi l'accendersi della carta, poi la carta accesa, poi la cenere residua.. insomma vi è solo una successione di eterne diapositive."
I minuscoli enti in successione, sono diversi enti. L'ente di partenza, la carta, si annichilisce in quanto carta, e, diventa cenere.
C'è' sempre un divenire da ente, non ente e nuovo ente, in una trasformazione.
Piuttosto, quindi, la prospettiva di Serverino, pare si collochi benissimo nella volontà di potenza, di un essere "senziente", che, non riuscendo ad accettare per una sorta di orgoglio (la volontà di potenza) il suo annichilimento, deve dimostrare di "essere" anche quando tutti esternamente direbbero "non è", pertanto, si applica benissimo solo per spiegare alcune attitudini umane.
Facciamo un esempio: se un bambino diventa adulto, il bambino resta ancora nell'adulto oppure c'è solo un adulto?
Questo tipo di ragionamento non è applicabile nella carta che brucia. La carta non è più carta. Se poi facciamo un ragionamento atomista possiamo dire che semplicemente le molecole si sono ossidate e hanno liberato energia, dunque non ragioniamo più in termini di carta ma andiamo già, alla natura più intima dell'essenza della carta.
Come vedi la chimica dimostrerebbe invece, che quanto più ci avviciniamo alla natura intima delle cose, quanto più i processi del divenire possono venire scomposti, ma non possiamo negarli del tutto fino a dire che i micro enti sono eterni, visto che, secondo l'esempio della carta, si annichiliscono e diventano altro.
Del resto, un'idea del genere, giustificherebbe però, il concetto postulato per il Cern di "particella di Dio", un concetto del tutto simbolico e ipotetico che starebbe a dimostrare che esiste una sorta di "microparticella" capace di dare "esistenza" alla massa.