Io ti capisco.
Ho vissuto e in parte vivo tutt'ora questa situazione.
Ti consiglio di non viverla come un problema e di restare tranquillo con te stesso, perché il porsi domande è una delle cose più naturali e umane che possano esistere. È il meccanismo con cui alimentiamo la nostra conoscenza; la curiosità, la sete di sapere, non solo è normale ma è un aspetto di ciò che in linea di massima ci rende superiori a tutte le altri speci note: la coscienza.
Se ti stai chiedendo perché si vive, posso risponderti come io ho già fatto con me stesso: non c'è un perché all'esistenza, se non una pura e semplice casualità. Sì, casualità, come è stato casuale che su questo ammasso di rocce si sia sviluppata la vita e che da esseri primitivi si sia arrivati a questa conquista immensa che è la coscienza, appunto. Il passaggio da oggetto a soggetto, questa è stata la conquista.
Se poi ti chiedi cosa debba spingerci a vivere, beh... difficile rispondere, ma quello che posso dirti è che oltre la vita, questo susseguirsi di sensazioni, così come noi la recepiamo, c'è il nulla. Le nostre coscienze si spegneranno per sempre e, a mio avviso, questo concetto è già di per sé sufficiente a motivare la mia esistenza, che io considero come un dono, un privilegio.
Una vita, anche se vissuta in maniera sofferta, sarà pur sempre qualcosa, rispetto al nulla assoluto, un concetto che si fa fatica a realizzare...
Riguardo agli "altri": se tu sei arrivato a questa condizione, sappi che devi essere fiero di te e nient'altro. Dico così perché solo chi sa essere onesto ed aperto con sé stesso fino in fondo, solo chi dà valore alle idee, chi non distoglierà mai il suo sguardo dalla ricerca della verità costi quel che costi arriva a vivere questa condizione, che per certi versi è negativa, perché assorbe tempo ed energie, si rischia la non accettazione della realtà o la chiusura in sé stessi più assoluta, ma che a mio avviso è forse l'unico modo di realizzarsi come uomo.
Molto probabilmente gli "altri" non hanno né le capacità, né il coraggio per affrontare questo lungo viaggio interminabile che è la ricerca del sapere e pertanto non puoi e non devi ritenerli migliori di te solo perché sanno ridere pur essendo come hai detto tu "senza risposte".
Chi non sà guardare in faccia la realtà, ma solo approcciarla superficialmente, è e resterà una persona fondamentalmente senza identità, che potrà solo limitarsi a seguire gli altri.
@ bob g: non puoi permetterti di insultare la mia intelligenza solo per avere qualche punticino in più, non è né costruttivo, né elegante. Io me ne vergognerei un po'.