Domanda:
Vi sembra normale un ragazzo che mentre osserva o parla con chiunque si domanda ...?
2010-10-09 11:40:16 UTC
tra sè perchè vive? nel senso più profondo del termine. Guardo negli occhi chi mi è difronte ma penso, la mia testa partorisce domande esistenziali a non finire.
Qualsiasi cosa io faccia è difficile che riesca a trovare un senso e uno stimilo, mi sembra così tutto inutile e vuoto. Non ditemi che è solo un'impressione perchè gli altri io li vedo e sono sempre col sorriso sulla bocca, quasi totalmente spensierati.
Come si fa a vivere nel buio? senza risposte così all'avventura? e se avessimo risposte sarebbe diverso o no? a molti potrò sembrare strano ad altri meno ma è un tormento ... che senso ha vivere?
ditemelo voi. Un giorno questo non lo scorderò mai ero entrato in uno stato talmente profondo, inspiegabile a termini che mi sentivo mancare l'aria ... mai successa una cosa del genere. Non so veramente come comportarmi
Cinque risposte:
MissAlly
2010-10-11 05:20:18 UTC
Bè la tua è una domanda "Matrioska"!In primis poni il "problema" che quando parli con qualcuno partorisci domande esistenziali e iniziamo con l'analisi di questo dettaglio:probabilmente cio' accade perchè preferisci ascoltare il tuo monologo interiore anzichè dedicarti realmente a cio' che dice l'Altro,la persona che hai realmente di fronte.Io ti consiglio vivamente di dedicarti con passione ai tuoi moti interiori e viscerali in altre occasioni:lo stare a contatto con le persone,per quanto strane,banali,complesse,eccentriche che siano è sempre una fonte di stimoli interessanti per alimentare le tue personali riflessioni,non sottovalutare mai il mondo che ti circonda perchè non sempre al tuo giudizio di "avere davanti una persona che vive nel buio e senza risposte" corrisponde la realta',a me piu' di una volta persone che reputavo "vuoti a rendere" hanno riservato sorprese "mentali" non indifferenti!Passiamo all'altro tuo problema:ti sembra tutto inutile.Ora ti posso dire che spesso le persone piu' "sensibili" avvertono spesso questa sensazione di nonsense in cui è immerso il Tutto.Ma come dice Vasco "voglio trovare un senso a tutte queste cose anche se un senso a volte non ce l'ha".Il senso delle cose non è qualcosa di preconfezionato e gia' dato ma il senso è un percorso,una ricerca:la fine del senso ci sara' quando smetterai di cercarlo:ecco allora la stasi dell'essere,la fine.Cercare il senso della vita è una ricerca che va condotta attraverso una lettura positiva mai negativa,il senso lo trovi quando riesci a scorgere il bene,il bello,l'intelligenza dietro il male,il brutto,la stoltezza che velano la realta'.Il senso lo trovi quando tra mille persone idiote ne troverai una splendente,quandro dietro tutto il male vedrai chi eroicamente lo combatte.Persone come Ghandi,Madre Teresa che hanno camminato sulla terra piena di brutture ti fanno comprendere che la luce e il senso ci sono,ma vanno cercati e voluti.
2010-10-09 23:29:04 UTC
cerca di trovare risposte; ma quando stai con altri cerca anche di ascoltare gli altri e non vivere sempre astrattamente; altrimenti prenditi un anno sabbatico di eremitaggio
bob g
2010-10-09 13:01:03 UTC
Se domandi il senso del vivere significa che comunque un tempo lo possedevi o meglio credevi di averlo,di conoscerlo,e lo hai smarrito,ma io vorrei invitar,ti visto che dalle parole mi sembri una persona intelligente,ad analizzare il concetto di senso,la sua essenza, e un' altra cosa,nessuno può dirti che dopo la morte c'è il nulla,perchè nessuno lo sa,sono solo opinioni personali che francamente lasciano il tempo che trovano,comunque per tornare a quanto sopra io vorrei che prima di tutto,le persone cominciassero ad analizzare e pensare;allora,la nostra mente vive,si nutre,di sensi,di scopi,la mente per funzionare deve possedere uno scopo,così da indirizzarsi verso un' obiettivo e il raggiungimento di questo obiettivo genera benessere e il fallimento a volte depressione,e questi obiettivi ognuno se li pone quotidianamente,e possono essere i più svariati,c'è ha lo scopo di laurearsi,diplomarsi,andare in palestra per dimagrire,fare quello,ecc,avendo degli obiettivi contingenti e temporali anche la vita acquista un senso,quindi scusami ma io credo che tu non abbia degli obiettivi ben precisi personali,e questo ti porta a farti domande e ritrovarti in questa situazione,forse la tua mente si sente un po' sperduta e senza una meta per adesso,e per questo si domanda il senso dell' esistenza in generale,ma ancora,il senso di una cosa non risiede nella cosa stessa,ma fuori di essa,per esempio se io mi pongo come obiettivo quello di scalare una montagna,il senso non risiede in me ma fuori da me e precisamente nella vetta della montagna e solo quando avrò raggiunto la vetta potrò dire che la mia scalata aveva un senso,tu sei come uno scalatore che scala una montagna avendo smarrito l' obiettivo di arrivare alla cima,quello che voglio dire in parole concrete è che il senso della vita,come ogni cosa,non può essere capito da noi,perchè deve risiedere fuori di essa,solo da un' altra prospettiva che non sia la vita,questa la si può valutare,è normale che ognuno di noi ti risponderà in base al suo stato d' animo presente,se uno è contento di dirà che la vita ha senso,se uno è depresso ti risponderà il contrario,ma tutti questi sono punti di vista soggettivi,tu adesso ti ritrovi in questa situazione e il tuo punto di vista è costretto entro tale situazione emotiva,ma solo dal di fuori la vita può essere valutata,ovvio che il fuori della vita non è una situazione che esperiremo quì,ma semmai dopo la morte,in conclusione voglio dire che se la vita ha un oltre essa ha senso,altrimenti non lo ha,perchè se c'è il nulla,questo annulla annichilisce questa nostra breve vita,quindi vorrei ricordarti che la tua perdita del senso della vita è originata dal tuo stato d' animo negativo e soffocante così somigliante a Leopardi,ma non vorrai dirmi che una persona riflessiva come te non riesce a capire che l' insensatezza del mondo è solo originata da uno stato d' animo che avrà le sue cause da ricercare forse nella tua quotidianità,ma comunque pur sempre un punto di vista limitato,personale,ristretto;comunque ti capisco.@grigioautentico;e che insulta nessuno?io ho solo detto che nessuno può sapere quello che c'è dopo la morte,e che la tua è solo un' opinione personale,non è una verità,la cosa giusta da dire è che nessuno sa con certezza che cosa ci sia dopo,il resto è solo un punto di vista personale.Che mi interessa dei punti.,
2010-10-09 11:59:10 UTC
Da una parte penso che tu faccia molto bene a porti queste domande, domande che, credimi, chi più chi meno, prima o poi tutti ci poniamo, ma dall'altra non devi lasciare che queste domande e questa "angoscia esistenziale" oscurino la tua gioia e il tuo amore per la vita. Perchè vivere non ha un senso, ma proprio perchè è tutto così insensato e casuale che la vita va goduta fino in fondo. Quello a cui mi capita spesso di pensare è: "Pensa a quanto siamo fortunati: tra tutti i momenti a cui i nostri genitori poteva capitare o in cui potevano decidere di avere un figlio, e tra tutti gli spermatozoi che potevano formare lo zigote, è proprio il nostro spermatozoo, quello a cui dobbiamo tutta la nostra esistenza che ha "vinto la corsa all'ovulo". Immagina quanto fosse piccola la percentuale che avevamo di venire al mondo! E tu, conoscendo l'immensa fortuna che ti è toccata (che è toccata a tutti i viventi) vuoi sprecarla vivendo passivamente? Queste domande sono originate dalla paura della morte, che incombe sull'uomo dai tempi più remoti, purtoppo non si sa cosa o se ci sia qualcosa dopo, perciò queste domande rimarranno insolute. Io personalmente sono atea e credo che una volta morti non ci sia più nulla, ma è bello pensare che (sebbene sia ancora troppo giovane per avere figli) i nostri figli, nipoti e discendenti avranno in sè una parte di noi, e noi continueremo a "vivere" in loro. Quindi poniti pure tutte le domande che vuoi, sono giuste e naturali, ma VIVI, non limitarti a esistere.
?
2010-10-09 12:16:31 UTC
Io ti capisco.

Ho vissuto e in parte vivo tutt'ora questa situazione.

Ti consiglio di non viverla come un problema e di restare tranquillo con te stesso, perché il porsi domande è una delle cose più naturali e umane che possano esistere. È il meccanismo con cui alimentiamo la nostra conoscenza; la curiosità, la sete di sapere, non solo è normale ma è un aspetto di ciò che in linea di massima ci rende superiori a tutte le altri speci note: la coscienza.



Se ti stai chiedendo perché si vive, posso risponderti come io ho già fatto con me stesso: non c'è un perché all'esistenza, se non una pura e semplice casualità. Sì, casualità, come è stato casuale che su questo ammasso di rocce si sia sviluppata la vita e che da esseri primitivi si sia arrivati a questa conquista immensa che è la coscienza, appunto. Il passaggio da oggetto a soggetto, questa è stata la conquista.



Se poi ti chiedi cosa debba spingerci a vivere, beh... difficile rispondere, ma quello che posso dirti è che oltre la vita, questo susseguirsi di sensazioni, così come noi la recepiamo, c'è il nulla. Le nostre coscienze si spegneranno per sempre e, a mio avviso, questo concetto è già di per sé sufficiente a motivare la mia esistenza, che io considero come un dono, un privilegio.

Una vita, anche se vissuta in maniera sofferta, sarà pur sempre qualcosa, rispetto al nulla assoluto, un concetto che si fa fatica a realizzare...



Riguardo agli "altri": se tu sei arrivato a questa condizione, sappi che devi essere fiero di te e nient'altro. Dico così perché solo chi sa essere onesto ed aperto con sé stesso fino in fondo, solo chi dà valore alle idee, chi non distoglierà mai il suo sguardo dalla ricerca della verità costi quel che costi arriva a vivere questa condizione, che per certi versi è negativa, perché assorbe tempo ed energie, si rischia la non accettazione della realtà o la chiusura in sé stessi più assoluta, ma che a mio avviso è forse l'unico modo di realizzarsi come uomo.

Molto probabilmente gli "altri" non hanno né le capacità, né il coraggio per affrontare questo lungo viaggio interminabile che è la ricerca del sapere e pertanto non puoi e non devi ritenerli migliori di te solo perché sanno ridere pur essendo come hai detto tu "senza risposte".

Chi non sà guardare in faccia la realtà, ma solo approcciarla superficialmente, è e resterà una persona fondamentalmente senza identità, che potrà solo limitarsi a seguire gli altri.



@ bob g: non puoi permetterti di insultare la mia intelligenza solo per avere qualche punticino in più, non è né costruttivo, né elegante. Io me ne vergognerei un po'.


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