Don Alessandro
2008-08-23 02:16:45 UTC
PREMESSA: secondo alcuni l'ateismo è un bene, perchè si contrappone a un male, cioè la religione. Si noti che "ateismo" in senso stretto significa "ferma convinzione della non esistenza di Dio", diverso dal dubbio ("non ferma convinzione..."), dall'agnosticismo ("ignoranza circa l'esistenza di Dio"), dall'anticlericalismo e dall'anticristianesimo (che sono troppo specifiche, ma per le quali, se vale l'argomento generale, vale anche quell particolare). E' anche diverso dal laicismo, che è la ferma convizione della separazione della sfera religiosa da quella profana nell'ambito sociale.
Per costoro l'ateismo è un bene perchè il male della religione consiste in un inganno, deliberato (cioè un imbroglio di alcuni) o non deliberato (cioè un'illusione della mente e della percezione). Dunque l'ateismo ricondurrebbe alla verità delle cose, e cioè che non esiste Dio nè la sfera di quanto è propriamente soprannaturale (cioè superiore e diverso dalla natura).
SED CONTRA (= MA):
1. La fede parte dal presupposto che se Dio esiste è trascendente, oltrepassa cioè l'esperibile, e dunque la sua esistenza non è dimostrabile mediante l'evidenza sensibile. Allo stesso modo, per un truismo, è indimostrabile la non-esistenza di una cosa che non c'è, e dunque, di fatto, a livello di evidenza empirica l'ateo e il credente partono dallo stesso presupposto: la fede, nell'esistenza o nella non-esistenza. Dunque per dire che l'ateismo è un bene occorre o una presa di posizione di fede, o una dimostrazione in rapporto al fenomeno religioso esperibile. Solo il secondo caso è coerente con le premesse dell'ateo, che nega il valore di un atteggiamento fideistico.
2. Nell'ipotesi dell'esistenza di Dio, l'ateismo sarebbe un male concernente la giustizia, perchè lederebbe il giusto culto da tributare al Creatore.
3. Nell'ipotesi della non-esistenza di Dio, l'ateismo potrebbe essere un bene, se il fenomeno religioso danneggiase il bene comune (cioè il bene della società nel suo insieme), ma potrebbe essere un male se la religione, da un punto di vista meramente civico, fosse un bene (come acquisizione sociale e comunitaria).
Dunque, di base, l'ateismo è un male in due casi su tre!
INOLTRE:
4. A livello antropologico, sarebbe facilissimo dimostrare che le religioni non hanno ostacolato la civiltà, ma l'hanno bensì o fondata (si pensi ai confini di Roma come templum, cioè spazio sacro) o sviluppata (il monotesimo ebraico con il culto della Scrittura rispetto ai culti tribali della Cananea, basati sul sacrificio umano). In generale, la vita dei singoli che credono non può dirsi decurtata dal credere. Se chi non crede può dirlo della vita di chi crede, potrebbe valere anche il contrario, e siccome sono prese di posizione soggettive, non valgono come argomento razionale, nè per il credente, nè per l'ateo. In generale, inoltre, nessun popolo che abbia adottato l'ateismo (Cina, Russia) ha empiricamente migliorato le condizioni generali del suo vivere.
SE NE CONCLUDE CHE:
L'ateismo come scelta rimane moralmente ambigua.