Domanda:
come è possibile che una parola come "pedofilia" abbia un'etimologia diversa da quello che significa per noi
Fiordiluce
2007-05-31 06:39:44 UTC
Mi domandavo se sapevate spiegarmi com'è possibile che l'etimologia di pedofilia è : amore per il bambino. quando è stata coniata questa parola si parlava di amore, ora di violenza. non sto chiedendo se la pedofilia sia giusta o sbagliata. Me lo ripetono da molto tempo. oppure faccio un altro esempio: la parola simpatico per voi cosa vuol dire?
24 risposte:
etcetera
2007-05-31 12:06:59 UTC
Sul potere delle parole: io credo che le parole non siano mai indifferenti. La mente le crea per appropriarsi del proprio sentimento, per dominarlo e manipolarlo, per darne rappresentazione. E' la parola stessa che determina questa rappresentazione e noi umani non possiamo vivere in una realtà non rappresentata. La parola disegna il nostro reale.

Sulla parola pedofilia: amore per i bambini, ma l'istinto d'amore è profondamento connesso con quello di morte e nel nostro mondo dominato dal nichilismo assoluto (a differenza di quello greco) l'impulso distruttivo si afferma più che mai. E' quel ritorno dell'oggetto al nulla che diventa pulsione irrefrenabile, tanto più deleteria e abomivole quando la distruttività si rivolge verso il bambino che è l'essere in fieri, la speranza dell'essere. E' con malsano e orrenda bramosia di appagamento che il pedofilo vuole distruggere quel bambino che rappresenta la sua stessa speranza di essere che venne a suo tempo distrutta. L'opposto dunque del pedofilo della Grecia antica il cui amore aveva quasi un fine pedagogico. Quello era una pulsione attrattiva verso l'essere, questo è un impulso volto a nientificare l'oggetto. Aggiungo solo che la nostra attuale attenzione verso i bambini è profondamente falsa e ipocrita. Mai come nella società contemporanea i bambini, oggetto di venerazione verbale, sono così ignorati, defraudati, uccisi e fatti letteralmente a pezzi (aggiungo questo link per chi volesse approfondire:

http://www.beppegrillo.it/2007/05/traffico_dorgan.html). Amore, amore andiamo blaterando e invocando a ogni piè sospinto, ma questo è amore nauseabondo e osceno.

Dunque non vi è nulla di assoluto, nulla che non si lasci contaminare dallo spirito del tempo, nemmeno l'amore? La nostra visione non può che essere relativa al tempo e al luogo? Certo, per la visione oggettiva è così, sempre relativa (paradosso dell'oggettività!). Ma dentro, finché permane un minimo di anima capace di sentire non è così, spero non sia così. Dentro possiamo benissimo avvertire il senso vero delle cose, oltre lo spirito del tempo, oltre i loro nomi. Almeno finché ci sarà ancora concesso farlo.
anonymous
2007-05-31 07:28:42 UTC
Allora, iniziamo con il dire che il termine corretto da usare in casi di questa devianza sessuale è PEDERASTIA (pais= ragazzo; araste= amante). il termine pedofilia è usato più comunemente ma in modo sbagliato (se non ricordo male il primo ad usarlo impropriamente è stato Freud).



Per quanto riguardo la derivazione etimologia, rispolverando i miei ricordi del liceo classico, i greci indicavano l'amore con quattro termini diversi: philia= amore verso gli amici o interesse verso qualcosa; eros= amore sessuale; agape= l'amore incondizionato, anche non ricambiato, o l'amore versoun entità superiore; storge= l'amore familiare.



a maggior prova che il termine pedofilia no è usato correttamente, basta vedere la figura del pedofilo all'epoca dei greci. è vero che i greci avevano anche rapporti sessuali con adolescenti in fase puberale, ma appunto questa veniva chiamata pederastia, e nella loro modo di vedere le cose era un passaggio obbligato del fanciullo di iniziazione all'età adulta.



Il pedofilo, invece, era un maestro di vita del ragazzo, un educatore, un uomo adulto che offriva la sua conoscenza ad un adolescente. Comunque molto spesso, finiva che le due figure si accavallasero. Sempre spulciando i ricordi di scuola, la figura più nota è sicuramente Achille. già nell'iliade stessa non è ben chiaro il tipo di rapporto che lega Achille a Patroclo.
anonymous
2007-05-31 06:42:25 UTC
è vero, ma i pedofili amano i bambini in ben altro modo, purtroppo
MONICA G
2007-05-31 06:46:12 UTC
In effetti penso che il pedofilo ami i bambini. In modo sbagliato, chiaramente, ma è un sentimento di amore che prova verso i bambini, non di odio. Credo che nel suo inconscio non gli voglia fare del male, lo spero almeno.
anonymous
2007-05-31 11:46:23 UTC
La parola è di origine greca quando l'omossessualità e l'amicizia, anche sessuale, tra il pedagogo e il suo allievo, non era per nulla da condannare.

Non c'era malizia nè perfidia, la pedofilia era una componente dell'educazione e nè l'allievo nè il pedagogo la vedevano come un atto di violenza.

Poi è arrivata la Chiesa...
Klukly آمنة تحـبً السلام
2007-05-31 14:45:39 UTC
Nella teoria linguistica strutturalista si usa distinguere tra schema e uso linguistico... cioè tra ciò che è in origine il significato della parola e ciò che invece comprendono e utilizzano i parlanti.

Spesso i dizionari registrano l'uso linguistico piuttosto che lo schema che è per dirla con Hjelmslev l'ossatura e la parte costante della lingua quella soggetta ad analisi sincronica e quindi scientifica.

La parte mutevole e soggetta a diacronia cioè a studio storico spesso è òegata ala competenza del parlante che nonsempre conosce il verto significato e lo confonde con l'uso linguistico di una parola e gli esempi che tu hai portato calzano a pennello perché oltretutto si tratta di prestiti dal greco e chi ha un minimo di nozioni di filologia sa che i prestiti sono più di altri soggetti alle fluttuazioni dell'uso poiché entrano a far parte di una lingua quando la "parola" non esiste ...

Per il caso della "pedofilia" direi che potrebbe trattarsi di un "uso" legato al "valore culturale" che aveva l'educazione dei fanciulli in Grecia ove in particolare a Sparta negli eserciti i soldati e soprattutto gli ufficiali si circondavano di fanciulli da educare alla guerra ma a volte anche all'Amore ma la mia è solo una supposizione in questo caso specifico!

Spero di essermi espressa chiaramente!
Zio Ingemar
2007-05-31 09:41:45 UTC
Verità, ricercare la verità è forse lo scopo principe dell'uomo. Tu parti da delle considerazioni e definizioni sul linguaggio di alcune parole, e chiedi: ma cosa è allora "in se" la pedofilia, la simpatia,l'amore, se questa differenza di significato e di valore che v'è tra un tempo e un altro, tra una società ed un altra è così marcata?Esiste una verità oggettiva ed universale che valga in tutti i luoghi, ed in tutti i tempi? Rispondere ad una tale domanda sarebbe come rispondere ai dubbi dell'uomo. Richiede innanzitutto una concezione chiara della storia, di ciò che s'intende per storia. Storia come evoluzione all'infinito verso "la terra promessa", verso il "bene" ed il "progresso", che per inciso è la concezione prevalente oggi tra i maggiori studiosi occidentali (vedi per esempio Fukuyama), o una storia come moto circolare, come corsi e ricorsi. Se si ammette la prima ipotesi, quella della "terra promessa", dell'evoluzione infinita, allora si può rispondere alla tua totalizzante domanda, dicendo che ciò a cui tende la storia dell'uomo è il miglioramento infinito, quindi una verità è raggiungibile, ma nel futuro, e i valori, e di conseguenza i comportamenti dati da questi valori, sono oggi maggiormente "evoluti" e "positivi" ed attenti alla natura ed alla sensibilità umana rispetto a quelli passati, quindi i nostri valori, quelli attuali sarebbero certo più "veri" che quelli dei nostri avi. In questo specifico caso, la concezione di pedofilia che abbiamo noi contemporanei, sarebbe più vicina alla " verità" rispetto al significato di questo termine che gli attribuivano le popolazioni della civiltà ellenica. Se invece consideriamo la storia come moto spasmodico di corsi e ricorsi degli avvenimente e dei valori delle popolazioni e civiltà nei diversi luoghi del "mondo" conosciuto, allora il grado di "verità" tra i valori di una civiltà rispetto ad un'altra non sono comparabili, e sono validi entrambi, sono semplicemente due concezioni diverse, dettate dalla specifica educazione e usi e costumi di una civiltà diversa da un'altra. Non è insomma possibile esprimere alcun giudizio, quindi non esiste verità, che per essere rintracciata necessita inevitabilmente d'un giudizio di valore. Non esiste verità in questo caso.

A te la scelta.

Ciao
3,141592653589793238462643383279
2007-05-31 07:18:50 UTC
La pedofilia nell'antica Grecia era un fatto normalissimo, eticamente accettato, anzi era un comportamento perfino ritenuto valoroso, sinonimo di nobilta'. Lo stesso Socrate, Achille nell'Iliade e tanti altri personaggi nobili praticavano pedofilia. Non e' che la parola esprima un significato diverso dopo 2300 anni; si e' trasformata bensi' la valenza etica e l'mmaginario collettivo. Solo oggi il concetto pedofilia comprende anche quello di violenza e quello di patologia psichica, poiche' in contemporanea si sono trasformati anche i comportamenti.



Si potrebbe certamente coniare una parola nuova, ma chi seleziona le parole di una lingua (linguaggio e' un'altra cosa) e' l'uso comune che la gente ne fa. Questo non e' controllabile. Basti vedere l'inondazione di termini stranieri nella lingua italiana o l'estinzione di tante altre belle parole.
anonymous
2007-05-31 06:49:01 UTC
Probabilmente c'è stata una evoluzione nel significato dei termini che compongono la parola. Comunque sempre di amore si parla anche se nel caso della pedofilia intesa nel senso che gli diamo oggi si tratta di un amore "malato".

Riguardo alla evoluzione della semantica hai mai pensato che simpatia e compassione derivano da termini greci e latini sinonimi tra di loro?
Riversky
2007-05-31 06:57:13 UTC
Mah, per quanto ne so', molte para-filie sono caratterizzate da questa desinenza anche se quasi nessuna è indicativa di quello che noi siamo soliti chiamare amore.

Non ho studiato il greco, ma credo che filia, indichi anche simpatia, attrazione, interesse.

Quindi, oggetto della parafilia, più la desinenza filia, che sta ad indicare attrazione per, più che amore.

Esempi: scopo-filia,podo-filia, zoo-filia, tutte hanno poco a che fare con l'amore come lo intendiamo oggi...

Una piccola precisazione: non tutti i soggetti pedofili usano violenza alle loro vittime, anzi, questi ultimi sono la minoranza. Per il pedofilo il bambino è veramente l'oggetto di una attrazione, non l'oggetto di un impulso di rabbia.

Che poi le due cose possano convivere non è escluso, così come non è escluso il sadismo sessuale in un soggetto comunemente attratto da partner adulti.

Questo non per dire che l'etimologia in quanto scienza non riservi sorprese, vedoi ad esmpio il termine anoressia, che starebbe ad indicare "assenza di brama" quando le anoressiche sono assillate da una fame atroce, che non possono soddisfare visto la loro devastante paura di ingrassare...

Credo che l'etimologia sia una scienza affascinante, che ci può aiutare a capire aspetti di quello che descrivono le cui non avevamo fatto caso, vedi il caso di "persona-personalità"

oltre che parte della nostra storia, ma la lingua parlata e scritta è in continua evoluzione, e quindi non possiamo pretendere che le definizioni date cento e più anni fa' calzino ancora a pennello...
mariasole
2007-06-02 10:22:50 UTC
la parola nasce dal greco e conserva il medesimo significato, perchè infatti nel mondo greco era assolutamente lecito, nonchè raccomandato, l'amore tra uomini adulti e ragazzini/bambini . Le donne venivano usate solo per la riproduzione. Era considerato normale che i ragazzetti si accompagnassero agli adulti uomini, specialmente più anziani, con grande onore, poichè gli anziani erano considerati gli individui più importanti nella scala sociale. Solo con l'avvento dei romani i greci cominciarono a considerare le donne anche dal punto di vista sentimentale.

Ergo, amore per i bambini in senso sessuale (ma non solo, perchè gli adulti si occupavano della loro educazione/formazione/istruzione a 360°).

Allo stato attuale la parola pedofilia significa amore in senso sessuale senza il resto, ma sempre di amore sessuale di parla.
mario t
2007-06-01 05:11:46 UTC
nell'antica grecia ci si accompagnava con giovani consenzienti non con piccoli di pochi anni che non potevano avere coscienza.non esisteva il concetto di peccato e per cui il senso di colpa.l'individuo non possedeva il senso di sè cioè l' io come persona infatti c'era lo schiavismo.e poi cosa sappiamo delle classi povere, come vivevano come morivano.e le donne che rapporto con gli uomini e con se stesse?.io penso che dalla grecia venga il nostro pensiero le basi della nostra civiltà ma se vogliamo seguire l'esempio dei maggiori filosofi dobbiamo anche avere la critica altrimenti diventa una fede acritica come altre che allontaniamo.penso che tutte le grandi civiltà abbiano in sè verità e limiti.trovo umano e sapiente pregare come i beduini nel deserto con il nulla davanti e l'umiltà religiosa degli uomini dell'oriente. la loro raffinata intelligenza non scordiamoci che sono stati loro a tradurre aristotele .e che dire di cristo che ha dato con le sue parole dignità a tutti l'inizio della storia. e di un nuovo senso delle parole . ognuno di noi è figlio della propria cultura e usa quelle parole che hanno quel significato . con quella cultura cè anche la sua morale non possiamo avere la morale dei greci e vivere con le problematiche del presente o viceversa.ma non per negarlo ma perchè non le conteniamo e come dire che cezanne poteva per vivere meglio fare dei paesaggi tipo romantici invece che incaponirsi per la montagna s. victoire e che gli uni non potevano per troppo problematicità contenere l'altra.i greci si ponevano il concetto del nulla,come lo chiama kakfa "guardare fisso nel vuoto perfetto" ? noi viviamo con questa consapevolezza neanche i greci, la loro filosofia ci basta.penso che le parole che usiamo nel presente , abbiano dentro di sè quel vuoto io mi affido solo al cuore per sentire il suono vero o fasullo non ho altro niente nulla.sono un contemporaneo tutto mi serve niente mi riscalda.o se vogliamo tutto mi riscalda niente mi serve.fate voi. ps. comunque penso che ogni nuova coscienza porti nuovi significati.
Curiosone
2007-05-31 13:17:03 UTC
esattto, pedofilia vuol dire amore per il bambino, solo che è un amore degenere quello che intendiamo noi.
anonymous
2007-05-31 11:17:58 UTC
C'è un problema di CULTURE diverse: in alcune tribù africane l'iniziazione sessuale di bambini da parte degli adulti è considerata normale, logica, sana. Anche in epoca classica, in Grecia la PEDERASTIA era costume ( la pedofilia con i giovinetti di sesso maschile).

Problema: pare che la pedofilia ( l'amore sessuato e fisico verso i bambini) danneggi gravemente la loro personalità. Altro problema: nella società dove la pedofilia è considerata morale, i ragazzini sembrano crescere senza turbe comportamentali.

Così una ricerca americana ( non ricordo l'anno) ha dato un risultato ( o meglio ho lanciato un ipotesi) SHOCK: la pedofilia in sè non danneggia il minore, a danneggiarlo è il fatto che la pedofilia sia vista NEGATIVAMENTE DALLA SOCIETA'.

Concludendo le parole sono lo specchio di una Cultura, e la parola pedofilia è oramai lontana dalla Cultura occidentale.

ciao e complimenti per la domanda.
habit
2007-05-31 10:27:08 UTC
mediare all'immediatezza del tempo che procede nn credo sia possibile,da vari fattori dipende ciò dalla cultura,in gergo ed la possibilità che le parole vengono capite ed ascoltate. ciao;parola che dai veneziani se nn sbaglio è stata modificata ed ora è un saluto ed prima voleva dire ed significava "schiavo tuo". Pedofilia vuol dire amore per il bambino,può essere vero nn so ma di certo i cosi detti pedofili dicono che le loro vittime almeno la maggiorparte le amano,ed provono un attrazione per loro,quindi scaturisce da qui la "devianza" della parola stessala.

Pedofilia come la comosciamo ora,da quel che sò ed mi ricordo è iniziata nel periodo del medioevo,quando la chiesa stabili delle regole in materia,disse nn con queste parole ma il concetto doveva assomigliare a cio: che nn si poteva piu far "all'amore tra lo stesso sesso e con i bambini,ed specialmente con le bambine che nn avevano raggiunto l'eta delle mesturazioni,perchè nn si potevano definire donne". Prima di questa ordimanza bisogna sapere che nessuno si era mai il posto il probblema com chi fare un atto sessuale sia cun un uomo o con una donna,le cosi dette devianze sennuali erano... "comuni" nessuno si scandalizzava pratcamente era normale,poi con l'avvanto della chiesa e i vari controlli è diventato un tabu;GIUSTAMENTE SUI BAMBINI,per il resto chi sennefrega se uno si vuol far

i, n, c, u, l, a, r, e, per me son affari suoi,ma all'epoca si credeva che chi facesse questa pratica abusava anche di fanciulli!nn sò nn cero.
yxej86
2007-05-31 07:35:10 UTC
simpatico : qualcosa tiipo che "sente quello che senti tu" e che quindi condivide con te le stesse emozioni.

in parole povere non c'entra nulla.

questa della pedofilia non la sapevo però.

Bella domanda!
anonymous
2007-05-31 06:54:10 UTC
i pedofili amano i bambini, in maniera mostruosa e malata ma dal loro punta di vista li amano, per questo si sono "presi" questo appellativo ciò non toglie che mi fanno schifo e se proponessero la pena di morte per la loro categoria firmerei all'istante

ciao
il_conte
2007-05-31 06:51:55 UTC
simpatico è il nome di un nervo
Frances W
2007-05-31 06:49:53 UTC
Beh in effetti, un pedofilo ama i bambini, anche se si tratta di un amore malato, cattivo, non giusto.
isabel
2007-05-31 06:49:43 UTC
hai perfettamente ragione... non ci avevo mai fatto caso....

dovrebbero infatti usare il termine anti pedofilo...

perché il loro amare (distruggere) i bambini non è degno di essere chiamato "amore"!!!!!
bennet
2016-12-12 12:22:44 UTC
barzelletta: un carabiniere va a fare degli esami... Qual è l. a. targa di Roma? E lui: bo, qual è l. a. targa di siena? E lui: bo, qual è l. a. targa di Napoli? E lui: bo... Alla positive disperati... qual è l. a. targa di Bologna? E lui mah!
Fulvio
2015-10-07 02:50:52 UTC
PEDOSADISMO è più corretto!
sodalizio
2007-05-31 11:11:42 UTC
si,é amore per i bambini,ma é un amore PERVERSO!
anonymous
2007-05-31 10:38:35 UTC
AMORE: per Cristo voleva dire "essere tuttuno con il prossimo".

Oggi significa "andare a letto" con chi si vuole.


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